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Giustiza, ostruzionismo della sinistra per bloccare la riforma sulla separazione delle carriere

Edoardo Sirignano
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Emendamenti a raffica. È la strategia dei compagni per fermare la separazione delle carriere. Sono oltre duecentocinquanta. 170 sono soltanto quelli del Partito Democratico, 52 quelli di Alleanza Verdi e Sinistra e una trentina quelli del Movimento 5 Stelle. Per quanto riguarda la maggioranza, Fratelli d’Italia e Forza Italia non ne presentano. L’accordo nell’esecutivo, infatti, è non avanzare proposte di modifica al fine di non rallentare l’iter della riforma. Soltanto la Lega fa un’eccezione alla regola, concordata con gli alleati. Non si tratta di ostruzionismo, riferiscono da via Bellerio, ma piuttosto di un modo per far valere il diritto nazionale su quello continentale. «Gli ultimi avvenimenti – sottolinea il deputato Igor Iezzi – ci fanno capire che l’Italia non può essere un Paese a sovranità ridotta. Occorre ribadire, anche cambiando la Costituzione, che il diritto italiano non può essere subordinato a quello europeo. Solo così, riaffermando il primato della nostra Carta, potremo fare fronte alle grandi sfide che ci attendono, in una logica di collaborazione, senza essere succubi, con gli altri paesi».

 

 

Confermato, al contrario, il piano della minoranza per ostacolare il ddl Nordio. A svelarlo il capo dei pentastellati Giuseppe Conte: «Mi auguro che non ci sia una accelerazione su questo fronte, anzi che rinuncino a questi propositi di vendetta nei confronti della magistratura. Noi combatteremo questi progetti perché sono incostituzionali. Il potere giudiziario è separato e deve rimanere completamente indipendente, anche in prospettiva, dal potere esecutivo, quindi dal governo».

 

 

Il Pd, invece, giustifica la pioggia di emendamenti, spiegando come dietro al testo voluto da Guardasigilli non ci sia «la volontà di migliorare il funzionamento della giustizia nel nostro Paese, ma unicamente quello di violentare la Costituzione, sacrificando il bene irrinunciabile dell’autonomia e indipendenza della magistratura». Il deputato Piero De Luca addirittura se la prende col partito di Salvini, accusandolo di voler portare l’Italia fuori dall’Unione Europea. Per Alleanza Verdi e Sinistra, come spiegato da Filippo Zaratti, capogruppo di Avs nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, infine, il testo voluto dal governo rischia di «smontare e indebolire il nostro sistema giudiziario».

 

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