Mail anti Meloni
Mail anti Meloni, l'ira della destra per la querela di Cucchi: "Grave imbavagliare un giornale"
«Massima solidarietà a "Il Tempo" e alla sua importante battaglia per la difesa della libertà d’espressione. Noi lo facciamo sempre, anche quando non siamo d’accordo. Imbavagliare un giornale è grave e soprattutto è sintomo di poca concezione democratica». A dirlo Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia. «Non rivelare le fonti - sostiene - fa parte della libertà di stampa». Per Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario di Fdi in Senato quella sinistra che «sbraita e scende in piazza se il governo Meloni promuove leggi sacrosante in difesa della libertà individuale e contro i dossieraggi, ricorre ai giudici e addirittura querela il direttore di un giornale, se le notizie arrecano danno alla sua parte politica». Chi mette a repentaglio il discorso pubblico, secondo il senatore Marco Lisi, quindi, sono i soliti compagni. «Oggi- sostiene il deputato Antonio Baldelli- si scoprono censori». L’unico giornalismo che difende, perla senatrice Francesca Tubetti, è quello militante della propria parte, mentre querela il direttore di un giornale per aver fatto il suo mestere, come sostiene la parlamentare di Fdi Ester Mieli.
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A condannare la scelta della Cucchi pure la Lega di Matteo Salvini. «La sinistra - sottolinea il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa - non si smentisce mai. Dopo aver attaccato la libertà d’espressione criticando il Tg1, ora arriva un fantomatico esposto contro Il Tempo, reo di aver beccato un altro magistrato contro il centrodestra. Ogni commento aggiuntivo sarebbe superfluo. Due pesi e due misure». Per il senatore dei verdi Claudio Borghi «stupisce come per la Cucchi, invece, fosse considerato assolutamente lecito pubblicare le chat di Fratelli d’Italia sulla votazione per la Consulta, le chat della Lega ogni volta che c’era qualche critica a Salvini o addirittura paginate di intercettazioni o dossieraggi illegali contro il centrodestra. Nel caso non si fosse capito, per la sinistra, la legge non è uguale per tutti: il patentino rosso conferisce intangibilità assoluta e anche i giornalisti devono essere incriminati». Per il suo collega Giorgio Maria Bergesio, però, «con buona pace della sinistra, c’è ancora la libertà di stampa nel nostro Paese».
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Totale solidarietà al direttore Cerno, per «l’astrusa, ridicola, patetica denuncia di una parlamentare della sinistra» da parte del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri: «Nei suoi confronti per la meritevole pubblicazione di una mail di un giudice che ha auspicato una sorta di rivolta contro il governo. Il Tempo, con questa pubblicazione, ha messo in evidenza un grave reato, un vero e proprio attentato alla Costituzione. Lascia sbalordito vedere degli esponenti della sinistra trasformarsi in guardiani della rivoluzione, una sintesi tra i Vopos di quel che fu la Germania Est ed i Pasdaran di Ali Khamenei, al servizio di chi viene meno ai suoi doveri di imparzialità indossando la toga di magistrato».