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La Lega contro Marco Patarnello: "Il giudice anti governo si deve dimettere"

Edoardo Sirignano
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«Non dovrebbe essere più al suo posto». Non utilizza giri di parole Matteo Salvini, riferendosi a Marco Patarnello, il giudice che aveva chiesto alle toghe rosse di compattarsi per fermare il pericolo Meloni. «Se la mail pubblicata da “Il Tempo" fosse vera, sarebbe di una gravità inaudita e comporterebbe l’immediato licenziamento». Per il leader della Lega, il magistrato dimostra di «non avere equidistanza e serenità. Se c’è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere. Se qualcuno vede il nemico, nel sindaco, nel governatore, nel ministro è un problema».

Anche per Antonio Tajani, intervenuto al Corsera, le dichiarazioni sulla premier sono inaccettabili: «C’è un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura Democratica, storicamente legata all’allora partito comunista, che prima attaccava Berlusconi e ora se la prende con Meloni. Si lamentano di Vannacci, ma fanno la stessa cosa. Dicono che un generale non deve fare politica, ma neanche un magistrato deve essere politicizzato». In tal senso, Maurizio Gasparri, capogruppo di Fi al Senato, annuncia un’interrogazione urgente per chiedere un’immediata ispezione da parte del ministero della Giustizia sul comportamento dell’autore del contenuto choc. A esprimere solidarietà nei confronti del presidente del Consiglio pure Matteo Renzi, che ha ribadito come un togato abbia detto «una cosa di una rara gravità. Poi l’ha contestualizzata. Se sei il procuratore generale della Cassazione anziché scrivere in una chat il sabato pomeriggio scrivi una sentenza».
Sebbene sono migliaia le persone che, nelle ultime ore, su tutti i social, si dichiarano indignate per un comportamento non consono a un magistrato, la sinistra fa finta di nulla. Anzi, Giuseppe Conte, numero uno del Movimento 5 Stelle, accusa Meloni di «continuare a mentire a ripetizione, spudoratamente, manipolando la realtà e lavorando per nascondere i fatti su cui i cittadini, poi possono farsi un’idea». Per l’ex premier la leader di FdI «non può avvalersi dei mezzi comunicativi che spettano a un premier per far passare una propaganda che degrada i cittadini a un popolo di docili creduloni. Basta bugie, basta imbrogli. Chiediamo trasparenza per gli italiani». Per il capo dei pentastellati addirittura l’esecutivo avrebbe nascosto agli italiani tutti i passaggi più importanti della mail di Patarnello, quelli che, a suo parere, «avrebbero fatto a pezzi il suo racconto».

La sua alleata del campo largo Elly Schlein, invece, se la prende col ministro Nordio, che aveva parlato di possibili azioni disciplinari. «Chi sta andando oltre le proprie prerogative – dichiara la segretaria del Partito Democratico - è proprio questo governo che vorrebbe rimettere mano alla Costituzione per cancellare il principio di separazione dei poteri», come apprendiamo dalle «altre gravi parole del Presidente del Senato». Una cosa è certa, come ha ben sottolineato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, lo scandalo sollevato dal nostro quotidiano, in pratica, «mette in crisi la fiducia che, non la politica, ma i cittadini, hanno nella magistratura».

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