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Albania, Morani: "Fallire volontariamente". Senaldi non ci sta, come replica

Luca De Lellis
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Alla fine il “campo di battaglia” è sempre lo stesso. La politica, in questo caso il governo Meloni, vorrebbe operare senza insidie. I giudici, in risposta, rivendicano la loro funzione tutt’altro che politicizzata. Venerdì il tribunale di Roma non ha convalidato il decreto di trattenimento dei 12 migranti che si trovavano in Albania nei discussi centri per richiedenti asilo costruiti lì dall’Italia, rifacendosi alla sentenza della Corte di Giustizia europea del 4 ottobre scorso, riguardante il caso di un cittadino moldavo in Repubblica Ceca. “Io penso che il governo abbia fatto fallire volontariamente l'operazione Albania, perché lo sapeva anche un bambino che quella operazione non stava in piedi”, è la forte accusa mossa dall’esponente del Partito Democratico Alessia Morani durante la trasmissione 4 di Sera Weekend, in onda su Rete 4.

 

 

 

La teoria della piddina, ribadita anche su X, è che Giorgia Meloni abbia architettato l’operazione della Marina Militare in Albania, contemplando il fallimento, solo per poi poter “gridare al complotto e innescare uno scontro senza precedenti con la magistratura”. Il tutto nel tentativo di “coprire le magagne di una manovra economica terribile, dove non c'è un centesimo di euro per le persone che stanno male”. Nello studio dei conduttori Roberto Poletti e Francesca Sbarra c’è anche Pietro Senaldi, che reputa improbabile la tesi dell’ex sottosegretaria del governo Conte II, e illustra la sua versione del caso migranti in Albania: “Non credo che il governo Meloni si faccia un auto-complotto, io metto semplicemente, senza grandi analisi, in fila i fatti. C'era questo provvedimento che aveva il massimo consenso in Italia e il massimo consenso in Europa, perfino la Von der Leyen lo ha applaudito”. 

 

 

 

In seguito, prosegue il condirettore di Libero, “una sentenza annulla il patto e il governo deve rifare tutto. L'indomani si scopre questa mail dei giudici che dicono 'attenti perché noi eravamo degli idoli, adesso l'idolo degli italiani è la Meloni e non più noi giudici, quindi butta male – si dicono - e qualcosa dobbiamo fare'. Questo c'è scritto, butta male perché gli italiani non ci stimano più". Insomma, Senaldi sostiene che la magistratura che non ci sta a vedere realizzati i progetti del premier e del suo esecutivo. Intanto il clima è più che mai teso, specie dopo le parole al veleno del guardasigilli Carlo Nordio nei confronti dei suoi ex colleghi. Le prossime ore saranno decisive per comprendere il futuro non solo dei migranti, ma dell’intero progetto dei Cpr in Albania, che Meloni intende salvare costi quel che costi.

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