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Dai giudici un "attacco all'Italia", la Lega si mobilita. Nordio nel mirino del Pd

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 Sale la tensione tra governo e magistratura, dopo la sentenza del tribunale di Roma che non ha convalidato il trasferimento e trattenimento di 12 migranti nel centro appena realizzato in Albania. Una decisione duramente criticata dal governo, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che l’ha definita «pregiudiziale», annunciando per lunedì una riunione del Consiglio dei ministri che servirà a trovare «una soluzione». E nel giorno del previsto rientro in Italia dei migranti, maggioranza ed esecutivo non fanno passi indietro anzi, i toni si alzano. È lo stesso Guardasigilli a parlare senza giri di parole di «sentenza abnorme» e di una magistratura che «esonda dai propri poteri».

 

Mentre il vicepremier Matteo Salvini riunisce d’urgenza i vertici della Lega e annuncia una mobilitazione contro «l’attacco all’Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata». Le opposizioni fanno muro e stigmatizzano lo scontro messo in atto dall’esecutivo contro un «potere autonomo e indipendente». La segretaria del Pd, Elly Schlein avverte: «Nessuno è al di sopra delle leggi, tantomeno il governo». In attesa di capire come si muoverà lunedì il Cdm (l’ipotesi è un decreto legge, quindi subito operativo, che intervenga sui ’Paesi sicuri'), il titolare della Giustizia Carlo Nordio conferma che «interverremo con provvedimenti legislativi». Nordio premette: «Da ex magistrato riterrei quasi sacrilego pensare che il governo a cui appartengo dichiari guerra alla magistratura, come peraltro non è e non sarà mai». Detto questo, «se la magistratura esonda dai suoi poteri, come in questo caso attribuendosi delle prerogative come quella di definire uno Stato sicuro, allora deve intervenire la politica, perchè la politica esprime la volontà popolare». Insomma, sottolinea, la reazione del governo alla sentenza «non è contro la magistratura, ma contro il merito di questa sentenza», «sentenza che non solo non condividiamo ma la riteniamo addirittura abnorme». «Sono questioni di alta politica che non dovrebbero essere lasciate alla magistratura e non saranno lasciate alla magistratura», assicura infine il Guardasigilli. Di tutt’altro avviso la leader dem che giudica «gravissimo lo scontro istituzionale alimentato dal governo contro la magistratura per coprire la loro incapacità. Non è colpa dei giudici nè delle opposizioni se non sanno leggere le leggi e le sentenze». La segretaria del Pd arriva al paradosso: «Non pensino di poter aggirare la sentenza perché per aggirare una sentenza della Corte di giustizia dell’Ue dovrebbero uscire dall’Unione Europea».

 

Dopo le parole pronunciate da Nordio, il Pd ne chiede le dimissioni, perchè «in un Paese democratico, la cui vita democratica e civile è regolata da una Costituzione un ministro della Giustizia che sferra un attacco così pesante alla magistratura e alla sua indipendenza non può rimanere al suo posto». Ma la maggioranza non ha dubbi: «Quanto è avvenuto è gravissimo. Ci devono essere risposte immediate» perché «siamo di fronte a uno scontro politico. E il governo ha tutto il diritto di attuare il suo programma, soppesando ogni decisione ed argomentandola in maniera molto seria, senza lasciarsi intimidire», afferma il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

Per il capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, la sentenza del tribunale di Roma «è una decisione vergognosa», «non spetta alla magistratura definire quali sono i Paesi sicuri e quali no, spetta ai governi nazionali». Secondo Maurizio Lupi «criticare una sentenza quanto meno creativa su un provvedimento strategico per il governo sulla gestione dei flussi migratori non è aprire uno scontro istituzionale. Le sentenze si rispettano, ma si possono criticare». Ma «quali toghe all’opposizione, ma quale intralcio all’azione di governo: la verità è che Meloni e Salvini, come tutta la destra populista, pensano che il governo sia al di sopra della legge o sia esso stesso la legge», osserva al contrario il segretario di Più Europa Riccardo Magi. «Non siamo nel feudalesimo, il governo Meloni invece di attaccare la magistratura e delegittimarla, rispetti le leggi», rincara il verde Angelo Bonelli. «Non si tratta di una occhiuta congiura, di una Spectre misteriosa, ma dell’applicazione di norme, di garanzie e diritti da parte di organismi preposti», spiega il capogruppo di Iv Enrico Borghi. «Quello che sta succedendo in queste ore, con questo attacco diretto alla magistratura fatto dal premier e vicepremier è di una gravità assoluta, perchè vogliono mettere in discussione i principi e i valori della nostra Costituzione», chiosa il leader della Cgil Maurizio Landini. 

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