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Albania, il ministro Nordio: "Sentenza abnorme", così giudici hanno "esondato dai loro poteri"

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La reazione del governo alla sentenza che annulla i trattenimenti dei migranti in Albania «non è contro la magistratura, ma contro il merito di questa sentenza». Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, lo chiarisce a margine di un convegno a Palermo. «Non è una polemica contro la magistratura - ha aggiunto - ma contro un tipo di sentenza che non solo non condividiamo ma la riteniamo addirittura abnorme». «Non può essere la magistratura - ha sottolineato l'esponente del governo di Giorgia Meloni - a definire uno Stato più o meno sicuro. Inoltre, queste decisioni rischiano di creare incidenti diplomatici, perché definire non sicuro un Paese come il Marocco può creare problemi. Se noi ritenessimo che non sono sicuri Paesi in cui vigono regole come la pena di morte, allora anche gli Stati Uniti non sarebbero un Paese sicuro. Sono questioni - ha concluso - di alta politica che non dovrebbero essere lasciate alla magistratura e non saranno lasciate alla magistratura. Interverremo con provvedimenti legislativi». 

 

La premier ha annunciato per lunedì un Cdm che affronterà la vicenda. «Da ex magistrato riterrei quasi sacrilego pensare che il governo a cui appartengo dichiari guerra alla magistratura, come peraltro non è e non sarà mai», ha detto il ministro della Giustizia, «ho incontrato varie volte i componenti dell’Anm e abbiamo idee diverse su molte cose ma abbiamo sempre cercato di convergere sull’efficienza della giustizia». 

 

Nella sentenza del tribunale di Roma sui migranti bangladesi ed egiziani, «se la magistratura esonda dai suoi poteri, come in questo caso attribuendosi delle prerogative come quella di definire uno Stato sicuro, allora deve intervenire la politica, perché la politica esprime la volontà popolare». In conclusione, «se il popolo non è d’accordo con quello che facciamo, noi andiamo a casa - ha aggiunto Nordio - ma la magistratura, autonoma e indipendente, non risponde a nessuno e proprio per questo non può assumersi le prerogative che sono squisitamente ed essenzialmente della politica». 

 

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