strategia anti-dossier
Lotta agli spioni, Crosetto lancia l’Arma Cyber: “Così fermiamo gli attacchi”
Il piano del ministro Guido Crosetto per difendersi da spioni e pirati del web. L’esponente del governo Meloni, in una lettera inviata agli organizzatori del convegno “Nis2&Sistema Italia”, organizzato dal senatore Costanzo Della Porta con il supporto di Pilat&Partners e tenutosi presso la Sala Zuccari del Senato, sottolinea come la capacità di operare con successo nel cyberspazio sia una priorità strategica per la nostra sicurezza nazionale: «Le nuove tecnologie ci offrono opportunità immense, ma allo stesso tempo ci espongono a minacce sconosciute, che dobbiamo essere pronti a identificare, controllare e contrastare». L’impegno di Palazzo Chigi è garantire la protezione di quelle infrastrutture critiche, nonché la resilienza nazionale di fronte alle crescenti minacce informatiche.
Leggi anche: Dossier, i conti spiati? Cerno: troppe coincidenze per credere alla versione del bancario curioso
Anche se non ci sono riferimenti espliciti è chiaro come l’esponente dell’esecutivo facesse riferimento non solo agli attacchi informatici, sempre più sofisticati, di terroristi e criminali 2.0, ma pure alla recente inchiesta di Bari sui conti correnti e al precedente caso dossieraggio, nato in seguito ad accessi illeciti da parte di funzionari pubblici. In tale ottica, il Ministero della Difesa, insieme al comparto della sicurezza informatica, spiega come, oggi più che mai, sia opportuno «costituire uno spazio cyber di interesse nazionale, capace di garantire la sovranità digitale e la protezione dei nostri asset strategici». In tal senso, quindi, annuncia la volontà del governo di «istituire un’Arma Cyber, composta da personale civile e militare, operativa sin dal tempo di pace e pronta a intervenire su tutto lo spettro delle minacce». Per quanto riguarda un comparto ritenuto strategico, Palazzo Chigi intende «implementare le tutele funzionali per il personale coinvolto, che sarà dotato degli strumenti e delle risorse necessarie per affrontare queste nuove sfide».
L’Italia, per Crosetto, ha tutte le potenzialità per essere all’avanguardia, se continuerà a investire non solo nelle tecnologie, ma soprattutto nella consapevolezza sul tema: «La sicurezza informatica deve diventare una cultura condivisa che coinvolga non solo istituzioni e aziende, ma ogni singolo cittadino. In un mondo iperconnesso, ogni dispositivo, ogni sistema, può essere causa di vulnerabilità. Promuovere una cultura della sicurezza significa prepararsi agli attacchi e saper rispondere prontamente e in maniera efficace». In tal senso è fondamentale un lavoro sinergico tra pubblico e privato, nonché un coinvolgimento delle nuove generazioni. «Cruciale il loro ruolo – spiega Riccardo Pilat, promotore del convegno, tenutosi ieri in Senato – nel plasmare il futuro della cybersicurezza». Il senatore di Fratelli d’Italia Costanzo Della Porta evidenzia l’importanza della formazione nella protezione delle infrastrutture nazionali. In tal senso, la NIS2, la recente direttiva europea che prevede due Autorità Nazionali di gestione delle crisi informatiche, può essere considerato un passo in avanti, ma non certamente il punto d’arrivo.