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Antimafia, Pd in soccorso del M5S sui casi De Raho-Scarpinato. Il centrodestra tira dritto

Luigi Frasca
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Si accende lo scontro a San Macuto. Il Movimento 5 Stelle, consapevole che è ormai imminente il voto per obbligare i suoi Pm ad astenersi per incompatibilità, durante le sedute che li vedono coinvolti per la loro precedente attività, passa al contrattacco: «Prendono di mira Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato - commenta l’ex presidente del Consiglio e leader dei pentastellati Giuseppe Conte -. Qui si sta ribaltando completamente l’ordine delle cose. Addirittura hanno preparato un emendamento per buttarli fuori dalla commissione. Non permetteremo mai una cosa del genere. E fate attenzione, perché se la maggioranza con la forza dei numeri, la dittatura della maggioranza, usa questa forza addirittura per fare la guerra la guerra a fior di oppositori del governo, si crea un precedente per cui si inquina definitivamente il dibattito democratico politico. Ci batteremo a tutti i livelli perché una norma del genere, oscena, non passi mai». In tal senso, il M5s diffonde anche una nota in cui parla di «manipolazione per costruire presunti conflitti di interesse sulla cui base estromettere le persone scomode». Una crociata su cui convergono pure gli alleati democratici.

 

 

Ad annunciarlo il capogruppo in Commissione del Pd. Walter Verini: «Ieri in Ufficio Presidenza Antimafia - evidenzia - la presidente ha ipotizzato di cambiare la legge istitutiva per impedire la partecipazione di componenti della stessa su determinati argomenti nel caso di (presunti, ipotetici, generici, stando alla proposta) conflitti di interessi e incompatibilità. Noi siamo contrari. Innanzitutto, il sospetto è che nasca mirando ad obiettivi precisi, come gli ex magistrati antimafia Cafiero De Raho e Scarpinato, da tempo attaccati, non a caso, dalla destra. C’è, poi, il rischio serio di impedire a un parlamentare di esercitare il proprio mandato, come previsto dalla Costituzione, sulla base di decisioni e inaccettabili logiche di maggioranza. Per questo ci siamo opposti alla proposta che rischia di creare un clima ulteriormente pesante in seno alla Commissione».

 

 

La maggioranza, intanto, tira dritto e non intende perdere altro tempo. Secondo fonti interne, già nella giornata odierna, potrebbe esserci il voto per fare in modo che gli ex Pm non partecipino più alle sedute che riguardano vicende in cui sono stati coinvolti direttamente. Il centrodestra, intanto, non ci sta alle accuse mosse dal capo del Movimento: «Conte - ribatte Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama - non solo non è più d’accordo con Beppe Grillo sul fatto di aprire il Parlamento come una scatoletta, ma è diventato il re della casta. Noi vogliamo trasparenza sui comportamenti di Scarpinato, di De Raho e riteniamo che chi deve essere oggetto di verifiche non possa essere anche giudice di sè stesso. È un principio normativo molto chiaro che anche un modesto giurista come Conte, prima o poi, capirà».

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