sterzata pro pal

Elly Schlein schiera il Pd: "Israele criminale", e il partito si spacca

Mira Brunello

La rotta è segnata. Sempre più contro Israele, con un’implicita attenuazione delle responsabilità (gravissime) di Hezbollah. Una piattaforma che sembra prelevata da qualche rivolta universitaria, tra le tante che hanno infiammato gli atenei in Europa e negli Stati Uniti. Ed invece è la nuova posizione del Pd, che ha perso ogni remora nei confronti di Israele, sdraiandosi sulle parole d’ordine di Giuseppe Conte e di Angelo Bonelli. Non a caso nelle ultime ore i tre leader hanno fatto dichiarazioni sovrapponibili. «Fermiamo ogni esportazione di armi verso Israele, quelli di Israele sono crimini di guerra, vanno fermate le azioni criminali di Netanyahu non più tollerabili», tuona Elly Schlein. Seguita dal leader del M5S: «Quando il Governo italiano e le Istituzioni europee si decideranno per l'embargo delle armi a Israele, per le sanzioni economiche e commerciali, per andare oltre le parole?».

 

  

Buon ultimo il co-leader di Alleanza Verdi Sinistra: «Ci troviamo, da parte del governo israeliano, a veri e propri atti criminali». In pratica è la riscrittura dell’anno che ha seguito il pogrom contro gli Lia Quartapelle (Pd) Critica con la linea «estremista» di Schlein anche perché fa parte del network «Sinistra per Israele» Angelo Bonelli (Avs) «Ci troviamo da parte del governo israeliano a veri e propri atti criminali» Sara Funaro (Pd) Ha fatto approvare dal Consiglio comunale una mozione contro Israele che ha fatto infuriare Carrai ebrei del 7 ottobre scorso: la responsabilità è tutta di Israele, scompaiono o si attenuano le «tracce» di Hamas e di Hezbollah, mai citate nelle dichiarazioni del campo largo.

 

Le assenze al Tempio Maggiore a Roma per il primo anniversario del 7 ottobre, non erano casuali. Se per M5S ed Avs sono posizioni abituali, nel Pd l’asse sul Medio Oriente, si è spostato sempre più a sinistra. Un merito lo ha anche Peppe Provenzano, il responsabile Esteri del Nazareno allevato da Massimo D’Alema (uno che con Hezbollah ci andava a braccetto), che ieri ha confermato la linea della sua segretaria: «L'Italia faccia la sua parte, sostenga gli appelli all'embargo di armi a Israele e riconosca lo Stato di Palestina». Un avvicinamento progressivo, anche perché la minoranza pro Israele è molto esigua, una manciata di parlamentari attivi nel network «Sinistra per Israele» (Fassino, Sensi, Quartapelle, Picierno).

Ed infatti è il solo Piero Fassino a rispondere per le rime ad Elly: «Proporre l'embargo delle armi a Israele impone che, contemporaneamente, si chieda ad Hezbollah di consegnare i propri arsenali militari». Anche a livello locale, i segnali sono coerenti alla «svolta». Ad Udine, città che ieri ha ospitato la partita di calcio Italia-Israele con i mille disagi creati dalla manifestazione pro Pal, il patrocinio del Comune è stato in discussione fino all’ultimo: il sindaco Alberto Felice De Toni, un indipendente sostenuto dal Pd, è stato costretto a concederlo per la pressione del governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

A Firenze, la prima cittadina Sara Funaro, voluta dall’eurodeputato Dario Nardella (un altro assertore della svolta internazionale della segretaria) ha fatto approvare dal Consiglio Comunale una mozione duramente contestata dal console onorario di Israele Marco Carrai. La linea del Pd peraltro è sempre più lontana da quella perseguita a Bruxelles dal gruppo S&D, tanto che la delegazione italiana, con il capogruppo Nicola Zingaretti, vota molto più spesso con la Sinistra radicale. Contro Israele.