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Corsi di nuoto per donne musulmane, è polemica. Lega: "Discriminazione al contrario"

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Sta facendo discutere la decisione della piscina di Figline Valdarno (Firenze) e della Uisp Firenze di inserire nella programmazione della struttura un corso che, un'ora a settimana, sarà dedicato interamente alle donne musulmane. Nessun altro, a parte le istruttrici (rigorosamente di sesso femminile), potrà entrare nell'impianto sportivo dalle ore 8.30 alle 9.30 del martedì. Iniziativa, questa, che arriva dopo le richieste avanzate da alcune cittadine di religione islamica dell'area. "Per il loro credo e le proprie usanze non potevano fare lezione di nuoto e questo non è giusto: abbiamo organizzato un corso che rispetti il loro diritto allo sport", ha spiegato a La Nazione il presidente dell'associazione Uisp Marco Ceccantini. "Una follia": è il commento del deputato toscano della Lega, Andrea Barabotti. "È l’ennesimo caso di discriminazione, per così dire ’al contrario': Per la Lega si tratta di una proposta assolutamente incostituzionale e razzista da fermare in tutti i modi. Chiediamo al Pd toscano e al sindaco di fare un passo indietro, nel rispetto degli italiani e della nostra Costituzione", ha dichiarato.

 

 

 

La vicenda di Figline Valdarno è arrivata anche all'attenzione di Susanna Ceccardi. Quello dei corsi in piscina per sole donne musulmane "non è un progetto di integrazione, ma di segregazione che istituzionalizza l’apartheid per le donne musulmane. Una cosa orribile", ha affermato l’europarlamentare della Lega. "Siamo di fronte all’ennesimo, orribile esempio di falsa integrazione, come è immediatamente evidente dal fatto, sbandierato, che ci saranno solo istruttrici e vasche blindate. Come si fa a parlare di inclusione se i corsi sono, per l’appunto, esclusivamente per donne musulmane? Quanto alle parole del presidente Uisp, siamo alla follia totale", ha commentato la capogruppo della Lega in Consiglio regionale della Toscana, Elena Meini. "L’esatta antitesi dell’integrazione e dell’inclusività è la scelta di blindare, in una piscina, un gruppo di donne musulmane, per garantirgli lezioni di nuoto riservate. L’associazione di promozione sportiva che ha in gestione la piscina comunale di Figline Valdarno che ritiene di promuovere con una simile modalità equità e parità, scambia evidentemente per un diritto una forma di ghettizzazione, andando nella direzione esattamente opposta ad una equilibrata e sana convivenza nel nostro paese di ogni persona, qualsiasi sia il credo", hanno invece scritto, in una nota, il deputato e vicecoordinatore regionale toscano di Fratelli d’Italia Francesco Michelotti e il coordinatore comunale e capogruppo del partito di Figline Valdarno Enrico Venturi.

 

 

"Si tratta, peraltro, di una piscina comunale, di fatto quindi in essere grazie a denari pubblici; dettaglio quest’ultimo che, per quali possano essere i valori ispiratori dell’associazione sportiva che ha ipotizzato questo corso speciale, dovrebbe essere rispettato imponendo un simile progetto. Le parole del sindaco di Figline Valdarno Valerio Pianigiani, invece che di condanna su una vera e propria divisione chirurgica tra persone, evocano i principi sui quali si basa la comunità, come le pari opportunità, l’inclusione e l’integrazione. Ricordiamo al primo cittadino che una forma di nuovo ghetto, perché a questo darà vita il progetto dei corsi, è sinonimo di azzeramento sociale di alcuni individui e non certo di una convivenza tra pari diritti. Faremo un’interrogazione parlamentare ed una comunale per avere chiarezza", hanno aggiunto. 

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