il "disegno" di matteo
Renzi incorona Schlein, Conte (che non la vuole) s'infuria
Il "compagno Renzi", come lo chiamano ora i detrattori, ha maturato la svolta all’improvviso. Come gli successe anche quando annunciò il via libera ad un governo con i grillini, sostanzialmente il famigerato Conte 2, e mandò i suoi a convincere il recalcitrante Nicola Zingaretti, all’epoca segretario del partito, che non ne voleva sapere. Anche stavolta, senza tanti sofismi, ha iniziato a lodare Elly Schlein, che fino al giorno prima considerava la "rovina" del Pd, una specie di "sfascia famiglie". Cogliendo un nervo scoperto: al campo largo non serve un federatore, c’è già lei, l’aspirante regista e neo rapper prestata alla politica. Inutile chiamare in causa Paolo Gentiloni o persino Francesco Rutelli: «noi centristi stiamo con lei». Che sia un "patto" (come tende ad accreditare lui) o un indubbio favore all’inquilina del Nazareno, alla fine è la stessa cosa. Da quel momento l’incoronazione a capitana del campo largo non ha incontrato più ostacoli, neanche nella riottosa minoranza dem: «Se lo dice anche Matteo, tocca proprio tenercela».
Dopo c’è stata una lunga estate di passione: interviste a raffica ed assalti continui al governo, in stile Marchese del grillo, «io so io e voi...». Nel mezzo l’infuriare delle polemiche, ed i silenzi ostinati della segretaria del Pd, che sceglie di non parlare anche quando i suoi alleati perdono la pazienza. Come è successo di nuovo nelle ultime 24 ore. Con il leader del M5S che torna a tuonare: «Se con Renzi hanno un disegno o meno andrebbe chiesto a Schlein, ma sarebbe grave se il Pd avesse costruito questo disegno sulla testa del M5S e, aggiungo, di Avs». Anche se lo sgarbo che portò alla fine del suo governo, naturalmente ha un peso determinante. Il malumore di Conte chiama quello del co-leader di Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli: «Finite le elezioni regionali è inevitabile per Avs un confronto con Pd, M5s e Calenda se ci sta, per capire se esiste questo disegno di cui parla Renzi. Lui sostiene che c'è, qualcuno ci deve spiegare la verità». All’esponente di Avs, risponde per le rime il renziano Francesco Bonifazi: «Pur di avere un minimo di visibilità Bonelli parla tre volte al giorno di Renzi con la stessa tenacia con cui chiedeva un seggio sicuro nel 2018 al Nazareno. Il disegno di cui parla Renzi è molto chiaro: battere Meloni».
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Intanto l’ex rottamatore continua a ricamarci sopra, sfruttando il tema "caldo" ed alla festa del Foglio rivela: «Quante volte ci sentiamo con Schlein? Quello che è necessario». Troppo per l’avversario di sempre, l’avvocato di Volturara Appula, che dopo averlo fatto "fuori" in Liguria, è costretto a fare un tifo forsennato per Andrea Orlando, e persino a condividere la piazza a Genova con Elly Schlein (il 25 ottobre, stessa data scelta da Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini per sostenere Marco Bucci). Il passaggio è stretto: i pentastellati vogliono dimostrare l’inutilità elettorale di Italia Viva (anzi peggio: «con loro perdiamo il 5% del nostro elettorato», dicono) e quindi serve in tutti i modi il trionfo dell’ex ministro Pd, contrariamente a quanto stimano i sondaggi.
Ed infatti i conti veri, come preannuncia Angelo Bonelli, si faranno dopo il turno elettorale, ligure soprattutto. Gli spazi di manovra per il Nazareno sono davvero limitati, la segretaria del Pd sarà costretta a parlare chiaro, e stavolta non sul palco degli Articolo 31.