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Manovra, Giorgetti avverte i ministri: “Fate proposte di tagli altrimenti farò io il cattivo”

Luigi Frasca
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«Si tratta di aspettare fino a martedì e tutto sarà più chiaro». Giancarlo Giorgetti invita ad attendere, a mettere un freno allo «stillicidio di interpretazioni» che negli ultimi giorni hanno accompagnato la legge di bilancio. Il giorno cerchiato in rosso dal titolare del Mef d’altronde coincide con la data in cui tornerà a riunirsi a palazzo Chigi il Consiglio dei ministri che dovrà esaminare il Documento programmatico di bilancio (Dpb), nell’ultimo giorno utile per inviare il testo a Bruxelles. Testo che dovrà contenere le tabelle della prossima finanziaria, ovvero entrate ed uscite da tenere in equilibrio. Un lavoro in fase di limatura da parte del governo che deve reperire quelle risorse necessarie a completare le coperture di una manovra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 24 miliardi. Anche attraverso qualche sacrificio. Ed è su questo punto che Giorgetti intervenendo in videocollegamento alla «Festa del Foglio» a Firenze spedisce il secondo invito, stavolta con destinatario preciso: «Sacrificio vuol dire tagliare le spese ed evitare gli sprechi, cosa che faranno anche tanti Ministeri ed enti pubblici, e tante realtà che vivono di contributo pubblico e che devono rendersi conto che ogni euro che spende lo si toglie a cittadini e imprese che pagano le tasse». Come ho annunciato in Cdm «ai miei colleghi - ricorda quindi -, occorre fare sacrifici, rinunciare a qualche programma, magari totalmente inutile che sopravvive dal passato. Li ho sollecitati a fare proposte, se non le faranno toccherà al ministro dell’Economia fare la parte del cattivo, e provvederò».

 

 

Chi non sembra voler assecondare le direttive del Mef è però il vicepremier e ministro per le Infrastrutture e i trasporti, Matteo Salvini: «Comincia la sessione di bilancio e quindi oggi incontro il collega Giorgetti per difendere il mio budget». Non esattamente un’apertura. Nel colloquio, comunque, fonti della Lega fanno sapere che i due «hanno parlato per fare il punto della situazione» e che «non ci saranno nuove tasse ma tutela degli stipendi». In attesa di capire quanto il governo riuscirà a reperire attraverso la spending review (secondo rumor si punta a 2-3 miliardi, cifra che dal Mef però non viene confermata al momento), Giorgetti assicura che in manovra «sicuramente non ci saranno più tasse. Meno tasse lo stiamo facendo, non lo stiamo promettendo. Il taglio del cuneo fiscale che tutti sostenevano provvisorio diventerà strutturale». Assieme a questo ci sarà la sforbiciata all’Irpef, interventi a sostegno della sanità, incentivi alla natalità, rinnovo dei contratti pubblici, sostegno alle famiglie numerose. La legge di bilancio, ricorda infatti il ministro, «dovrà agevolare le famiglie con figli, perché affrontano spese maggiori di quelle che non li hanno. Quello da cui bisogna partire è che chi ha figli in età giovane o scolare sostiene più spese. Queste spese meritano un trattamento migliore. Spero che martedì un segnale in questa direzione riusciremo a darlo». Non solo, aggiunge Giorgetti, «ci stiamo muovendo per perfezionare degli incentivi di carattere fiscale per chi vuole restare al lavoro. Ci sono persone che preferiscono lavorare piuttosto che andare in pensione».

 

 

Parole che innescano l’immediata reazione del presidente del M5s, Giuseppe Conte. «Sulle pensioni il governo Meloni manda i giovani sul Titanic - è l’attacco dell’ex premier -. Ma non dovevano cancellare la Fornero? Macché! Ora propongono il "fine lavoro mai". Ogni giorno escono le idee più disparate, la certezza è che ci saranno nuovi tagli e nuove tasse». «Cara Meloni, fatti sentire e chiarisci perché non possiamo continuare con questo stillicidio quotidiano. Gli italiani hanno già dato - conclude Conte -, è il momento in cui la sofferenza va imposta a chi invece lucra grandi guadagni, a partire dall’industria delle armi e dalle imprese bancarie. Dimostrate che avete a cuore il bene dei cittadini».

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