Corte Costituzionale

Consulta, Donzelli respinge l’attacco della sinistra. E c’è l’ipotesi di un rinvio a dicembre

«Noi andiamo avanti pensando al bene dell’Italia, con la consapevolezza che per le quote che spettano alla maggioranza non ci facciamo dire chi dobbiamo scegliere...». Il giorno dopo l’ennesima fumata nera, l’ottava, del Parlamento in seduta comune per l’elezione del giudice della Corte Costituzionale, Fratelli d’Italia non ci sta a fare la parte dell’irresponsabile, anche di fronte al Colle. Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito di via della Scrofa, che sponsorizzava alla Consulta l’attuale consigliere giuridico di Palazzo Chigi, Francesco Saverio Marini, respinge al mittente le critiche delle opposizioni, e attacca: «La follia del chi nominate voi deve pensarla come noi, no».

 

  

Il tuo browser non supporta il tag iframe

 

Per tutta risposta, il Pd, per bocca della sua segretaria, Elly Schlein, torna all’attacco parlando con i cronisti in aula alla Camera a margine delle dichiarazioni di voto sul ddl Lavoro: «Anche ieri avete mostrato la vostra concezione proprietaria delle istituzioni, il vostro fastidio per quelle garanzie costituzionali che sono lì a tutela dei cittadini, ma vi abbiamo fermato e vi fermeremo ancora...». Il clima tra i due Poli, insomma, resta incandescente e questo non fa ben sperare per un possibile accordo sul nome da mandare alla Consulta né la prossima settimana, né a novembre. Tant’è che in Transatlantico, a Montecitorio, in tanti si chiedono se non sia meglio rinviare tutto a dicembre, così da eleggere insieme quattro giudici e chiudere un ’pacchetto’ di nomine, visto che a fine anno altri tre componenti della Corte costituzionale concluderanno il loro mandato: il presidente Augusto Barbera, Giulio Prosperetti e Franco Modugno. Prendendo tempo, raccontano, si lascerebbe decantare la situazione e la carta Marini avrebbe un’altra possibilità di essere giocata (grazie alla scheda bianca il giurista non è stato formalmente bruciato), anche se ormai pochi scommettono sulla sua ricandidatura, anche all’interno della stessa maggioranza.

 

 

Intanto, raccontano, nel centrodestra si starebbe già pensando ad altre candidature (la discriminante sono i ’titoli’ per correre alla poltrona della Consulta) e Forza Italia (che nello stesso tempo gioca un’altra partita apertissima, quella sulla Rai puntando su Simona Agnes) potrebbe mettere in campo un suo nome forte: tra i papabili ci sarebbero il senatore Pierantonio Zanettin, avvocato vicentino ed ex componente Csm e il deputato Paolo Sisto, attuale viceministro alla Giustizia, ma c’è chi dice che potrebbe spuntare pure l’ex magistrato, l’eurodeputata Caterina Chinnici (figlia di Rocco, che diede vita al pool Antimafia e fu ucciso da Cosa nostra nell’83).