fumata nera
Consulta, la sinistra boicotta l'elezione. Cassese: "L'esperienza insegna qualcosa"
L'ennesima, l'ottava fumata nera. Il Parlamento in seduta comune non riesce a eleggere il giudice della Corte Costituzionale che deve sostituire l'ex presidente della Consulta Silvana Sciarra, il cui mandato è scaduto l'11 novembre del 2023. Una partita, questa, intorno a cui si sta consumando un nuovo scontro tra maggioranza e opposizione. La sinistra ha scelto l'Aventino e non ha partecipato al voto. Dure le considerazioni dei capigruppo della maggioranza di Montecitorio e palazzo Madama, che hanno accusato le minoranze "di trasformare perfino l'elezione dei giudici costituzionali in terreno di propaganda politica". Il centrodestra punta sul costituzionalista Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico della premier Giorgia Meloni a palazzo Chigi, nonché autore della proposta sul premierato che le opposizioni vedono come il fumo negli occhi. Nessuna anomalia. Il professore Sabino Cassese, già Ministro per la funzione pubblica del Governo Ciampi, poi nominato giudice costituzionale, ha spiegato in diretta a Sky Tg24 che ci sono stati giudici nelle Corti Costituzionali che sono stati ministri, che avevano fatto leggi e che poi sono stati chiamati a giudicarle.
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"Di solito le forze politiche prendono lezione dall'esperienza e forse quest'esperienza insegna qualcosa. Probabilmente si trova un equilibrio basato su una regola spartitoria. È una spartizione che c'è sempre stata. Le forze politiche hanno sempre mandato persone di tipo diverso ed è giusto che sia così. Sono costretti a sedersi intorno a un tavolo. Il Parlamento sta lì per questo: deve cercare di trovare decisioni collettive basate su un dialogo tra maggioranza e opposizione e arrivare a compromessi", ha dichiarato Cassese, che già in un'intervista concessa a Il Riformista aveva espresso la sua opinione sul tema. "Francesco Saverio Marini è da 20 anni professore ordinario di diritto pubblico, ha svolto numerose funzioni pubbliche, ha praticato l’avvocatura, si è interessato a profili sia costituzionali che amministrativi del diritto pubblico. Ha i titoli, al di là delle sue posizioni politiche, per essere candidato alla Corte costituzionale", ha affermato parlando con il quotidiano diretto da Claudio Velardi. Elly Schlein ha parlato di blitz. "Le opposizioni devono fare politica su cose serie. Non su pretesti. Questo è stato un pretesto: anche perché quel nome si conosceva da tempo. Alla corte si cerca sempre di garantire maggioranze solide, per cui uno o più giudici non possono cambiare lo stile del collegio", ha commentato il professore.