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Elezioni, Renzi non accetta più diktat. E scoppia il caso Emilia-Romagna

Mira Brunello
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Elly Schlein se l’è presa comoda, due settimane per decidersi a parlare. La segretaria del Pd infine è andata in uno studio televisivo amico, quello di Massimo Gramellini su La7, per dire la sua sul tema del giorno: l’esplosione dell’alleanza di centro sinistra, Giuseppe Conte che non vuole vedere il simbolo di Italia Viva, accanto a quello del M5S. Un diktat che in Liguria si è tradotto con l’esclusione dei renziani dalle prossime elezioni regionali di ottobre. «I problemi degli alleati sono anche i nostri. Ne terremo conto», l’uovo di «Colombo» dell’inquilina del Nazareno, che cerca di venire fuori dall’angolo delle polemiche in cui si è cacciata con la sua indicazione sul no ai veti. Intanto l’area del conflitto si è spostata in Emilia Romagna, regione che come l’Umbria voterà il 17-18 novembre.

 

 

Per correre ai ripari, ieri, il candidato del campo largo Michele De Pascale, è andato da Giuseppe Conte a Campo Marzio, un incontro durato due ore. «In questo momento stiamo costruendo una coalizione che è costituita di partiti e liste civiche», ha commentato uscendo il sindaco di Ravenna. La direzione di marcia è quella di proporre ad Italia Viva (che nella Regione conta l’assessore Mauro Felicori e la consigliera Giulia Pigoni) l’accoglienza in una lista civica, senza simboli di partito. Una mediazione che punta a cogliere la sensibilità dei nuovi alleati, senza mortificare i renziani. Ridurre al silenzio Italia Viva in Emilia Romagna sarà più difficile per l’avvocato, per un paio di motivi. Il primo certamente è legato all’intesa tra l’ex governatore Stefano Bonaccini e l’ex sindaco di Firenze che lo ha sempre sostenuto. Un rapporto che passa anche dall’attuale primo cittadino di Ravenna, un riformista dem, la cui campagna elettorale è coordinata dalla faentina Manuela Rontini. Amica di lunga data dell’ex rottamatore, e presenza abituale alle sue Leopolde. Per dire che stavolta Matteo Renzi non avrà davanti un «avversario», come Andrea Orlando, ma compagni di strada che tenteranno fino all’ultimo di salvarlo.

 

 

Che comunque Italia Viva non voglia subire la pressione dei 5 Stelle, si evince anche dal tono usato dall’ex ministra Maria Elena Boschi nei confronti del Pd: «Iv ha aperto il dialogo perché lo ha chiesto Schlein. Se adesso Elly faun passo indietro, la credibilitala perde lei». Tradotto: Italia Viva si presenterà con la propria lista e il proprio simbolo. Non sono più ammessi veti. Il Pd in pratica è dilaniato, tra la maggioranza del partito che butterebbe a «mare» l’ex segretario ma è costretto a coprire la posizione della segretaria, e la minoranza, pronta a ricevere Matteo Renzi. Un destino segnato anche quello di Giuseppe Conte: per non fare regali a Beppe Grillo, dovrà continuare a mantenere alta l’attenzione sul fiorentino. Un problema per Elly uscire dall’angolo.

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