tra i due litiganti...

M5S, Di Maio riappare e pensa già al gran ritorno in politica

Luigi Frasca

Tra i due litiganti, il terzo gode. Nella crisi del M5S può tornare di moda l’uomo che (forse) non ti aspetti. A volte ritornano, si direbbe in questi casi, ma mai come nelle ultime ore Luigi Di Maio si riavvicina ai pentastellati. Era presente anche ieri, infatti, per la commemorazione alla Sinagoga di Roma della strage del 7 ottobre. La faida tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo apre una voragine nel partito che l’ex ministro degli Esteri potrebbe sfruttare. Il suo mandato come inviato speciale dell’Ue nel Golfo Persico scade a febbraio prossimo, una concomitanza che aumenta le voci attorno ad un clamoroso ritorno. Di Maio, peraltro, non chiude affatto la porta a una seconda vita nei palazzi che contano, alimentando così le tesi che lo rivorrebbero in prima linea. «La politica è qualcosa che crea dipendenza. Io spero di starmi disintossicando, però, come tutte le ricadute, tutto è possibile».

 

  

 

Così ha ammesso nella puntata speciale di «A casa di Maria Latella» in onda stasera su Rai3, dove Di Maio ha gettato benzina sullo scontro all’apice del Movimento Cinque Stelle. «È una questione di potere ed è incredibile, perché Grillo dovrebbe essere l’azionista e Conte l’amministratore delegato, se vogliamo usare un termine aziendale. Ma lo stipendio di Grillo dipende da Conte, e invece dovrebbe essere viceversa». L’ex leader pentastellato ci tiene a rivendicare i risultati illustri ottenuti quando era alla guida del partito. «Siamo al punto più basso del Movimento. Mi dispiace per le posizioni perché io avevo provato il più possibile a portarlo sul filoatlantismo, su una posizione più bilanciata su Israele, contro l’uscita dall’Euro e a favore dell’Unione Europea, e abbiamo preso il 33% nel 2018. Adesso sembra essere in atto un ritorno all’indietro e stanno al 9%». Lo stallo tra Conte e Grillo, perciò, diventa l’assist perfetto per rientrare dalla finestra dopo essere stati cacciati dalla porta.