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Schlein e la patrimoniale si alza il muro: basta con le tasse. Dalla destra ad Azione, coro di no

Christian Campigli
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Il grande classico, il vestito buono conservato nell’armadio con la naftalina, l’evergreen che non invecchia mai. Puntuale come il raffreddore in autunno e l’allergia in primavera, con l’approssimarsi della discussione sulla finanziaria la sinistra torna alla carica e (ri)propone la patrimoniale. Domenica sera Elly Schlein, ospite della trasmissione «In altre parole», in onda su La7, ha parlato delle risorse da trovare per garantire la solidità al Paese. Tagliare sprechi e razionalizzare i costi? Macché. Meglio una bella tassa sui ricchi. «La patrimoniale non è un tabù, ma bisogna farla bene. Al G20 in Brasile hanno discusso un’iniziativa che riguardai miliardari per una tassazione internazionale o almeno europea. La tassazione dev’essere progressiva il nostro sistema fiscale è iniquo e complesso, il principio che deve valere è quello dell’equità orizzontale: tanto guadagni tanto paghi». Un chiaro tentativo di intestarsi anche un cavallo di battaglia di Nicola Fratoianni, leader di Avs. Ma anche una presa di posizione che ha sollevato, come prevedibile, un vespaio di polemiche. A destra, ma anche tra i progressisti.

 

 

«Che la sinistra sia a corto di idee è noto da qualche decennio, ma che la Schlein ne riproponga le peggiori è solo per avere la certezza di toccare il fondo - ha evidenziato il capogruppo di FdI a Montecitorio, Tommaso Foti -. Un sogno di fine estate, che le porterà in dote un brutto risveglio». Un'idea, quella della patrimoniale, che non tiene conto delle conseguenze dirette sull'economia reale. «Non c'è modo di sbagliarsi, quando la sinistra affronta un problema è in grado sempre e solo di una soluzione: aumentare le tasse - ha sottolineato il senatore della Lega, Massimo Garavaglia -. È una costante, quella di voler tassare chi ha avuto maggiore fortuna sul lavoro. Voglio dire, riproporre una patrimoniale significa voler allontanare gli investimenti dal nostro Paese. Andrebbe poi ricordato un punto, tutt'altro che secondario: la patrimoniale esiste già in Italia, in particolare modo sugli immobili. E pesa venti miliardi. Casomai, nel tempo, andrebbero trovate misure idonee per limitarla. Quella della Schlein è una proposta semplicemente demenziale».

 

 

Critiche feroci anche da parte del vice segretario di Forza Italia, Deborah Bergamini: «La patrimoniale è il fiume carsico della sinistra: periodicamente riaffiora, su iniziativa del Pd o di qualche partito di quell’area, magari per mancanza di idee e proposte. Forza Italia è geneticamente contraria, è nel nostro Dna. Una misura di questo tipo alimenterebbe lo scontro sociale. Una caratteristica della nostra economia è la ricchezza privata delle famiglie e ciò non è una colpa. Spesso, nel caso degli immobili, è il frutto di sacrifici per assicurare un lascito alla generazione successiva. Sono beni su cui le tasse ci sono già, ulteriori mannaie fiscali sarebbero deleterie». Sulla stessa linea Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati: «La Sinistra se ne faccia una ragione: con il centrodestra al governo non ci sarà mai una patrimoniale. Puntiamo su crescita ed equità, non ci saranno nuove tasse in Legge di Bilancio». Ma se Atene protesta, Sparta certo non esulta. «Di tasse questo Paese ne ha troppe e ne ha troppe che non vengono pagate - ha sentenziato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera -. Sarebbe più serio lavorare su questo che prefigurare ulteriore tassazione».

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