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Emilia Romagna in allerta rossa. È scontro Renzi-Conte, Schlein teme il flop

Tommaso Manni
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Mentre con le nuove piogge in Emilia Romagna scatta l’allerta rossa, nuvole nere si addensano sopra la testa del candidato alla Regione del fu campo largo Michele De Pascale. Il motivo? La rottura nella coalizione del centrosinistra fra Pd-Iv da una parte e Avs-M5S dall’altra. A sancirla è stata il leader grillino che ha detto chiaramente: «Il campo largo non esiste più» e comunque «era una formula giornalistica». Il problema ha un nome e cognome: Matteo Renzi che Conte definisce «una mina a orologeria».
E non è una questione di antipatie o simpatie. «Non c’è la consapevolezza da parte del Pd che noi stiamo ponendo un problema politico serio, stiamo parlando di etica pubblica, non di simpatie e antipatie» ha chiarito Conte.

 

 

 

Il punto è che il leader del Movimento non è disponibile ad affiancare il suo simbolo a quello di Renzi «che si è sempre distinto per distruggere, rottamare, prende i soldi dai governi stranieri ed è all’origine della contaminazione tra affari e politica». Una posizione condivisa anche da Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, che ha spiegato come «la questione posta da Conte sul ruolo di Renzi è una questione che ha una sua legittimità politica e che anche noi come Avs poniamo. Un’alleanza è credibile non solo sui programmi ma anche con le persone che porta avanti. Tenere Renzi dentro una futura alleanza nazionale non è una proposta credibile e ci vede in totale disaccordo».

 

 

Non si è fatta attendere la replica del leader di Italia viva. «Avevo qualche dubbio se presentare la nostra lista in Emilia Romagna, Conte me li ha tolti» ha dichiarato. Anche perché, a differenza del Movimento 5 Stelle, Italia viva governa con Bonaccini in Regione da 10 anni, con un assessore e tre consiglieri regionali. «Noi non dobbiamo entrare in maggioranza, sono i 5 stelle che sono all’opposizione e devono entrare. Portino i voti se li hanno. Io voglio far vincere De Pascale, Conte vuol far perdere Schlein. Avremo il nostro simbolo e i nostri candidati li scegliamo da soli». In mezzo a questa diatriba c’è Elly Schlein che sa benissimo che senza unità la destra non si batte e anche per questo non entra nel dibattito ma cerca di fare da paciere da dietro le quinte. Non sarà facile, in un’Emilia già messa alla prova dal maltempo c’è il rischio che sott’acqua ci finisca anche il campo largo.

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