intervista

Maria Elena Boschi: "Conte usa Renzi per far perdere Schlein in Emilia"

Dario Martini

«Giuseppe Conte sta usando Italia Viva per attaccare Elly Schlein, e farla perdere in Emilia Romagna». Maria Elena Boschi non ha dubbi su quale sia il vero obiettivo del leader M5S. La deputata di Italia Viva guarda lontano, e spiega la vera battaglia che si sta consumando in queste ore.

Onorevole Boschi, Conte dice che il campo largo non c’è più perché non accetta che Italia Viva ne faccia parte. È lui che detta la linea nel centrosinistra?
«Quando c’era da governare a Conte andava bene tutto, da Salvini a Fratoianni. Ancora ci ricordiamo come corteggiava Ciampolillo pur di restare a Chigi. Conte è un uomo con unico ideale: la sua poltrona. Oggi lui usa Italia Viva per attaccare Elly Schlein».

In Liguria vi siete sfilati proprio dopo il diktat di Conte accettato da Orlando. Farete lo stesso anche in Umbria e soprattutto in Emilia Romagna dove avete già governato con Bonaccini?
«Assolutamente no. In Liguria vedremo chi vincerà tra Bucci e Orlando in una gara all’ultimo voto. Sull’Emilia Romagna abbiamo lavorato in maggioranza con un assessore e tre consiglieri regionali. Non accettiamo veti da parte di chi era in minoranza. Noi non mettiamo veti e metteremo il nostro simbolo sulla scheda. Vedremo se Conte si rimangerà le sue parole, come credo. Noi sosteniamo De Pascale».


Matteo Renzi ha accettato di fatto la leadership di Elly Schlein nel centrosinistra. È questo il vero motivo per cui Conte ha deciso di strappare?
«Sì. Poi certo c’è sempre un po’ di rancore personale contro Renzi che fu determinante per sostituirlo con Draghi.
Ma la questione è politica: lui non accetta che il capo del primo partito sia il capo del governo o dell’opposizione.
Berlusconi, Renzi e Meloni erano i capi dei partiti più grandi e per questo sono andati a Chigi. Se il Pd ha più voti di tutti e vince le elezioni tocca alla Schlein. Questa cosa manda ai matti Conte che non ha mai vinto un’elezione nemmeno al consiglio di facoltà».

Voi volete essere il centro del centrosinistra. È possibile davvero costruirlo?
«Non si tratta di costruirlo ma di rappresentarlo: il centro c’è. Il centro del centrosinistra è quello che difende il JobsAct e industria 4.0, che difende la posizione atlantica, che considera un reato occupare le case in modo abusivo, che crede nelle energie rinnovabili ma anche nel nucleare, che non considera una parolaccia la parola merito, che crede nei diritti e anche nei doveri. Noi siamo questi. Il referendum sul JobsAct dimostrerà che non siamo pochi».

Crede ancora nel campo largo? Perché insistere con partiti che pongono tanti ostacoli?
«Noi abbiamo aderito a un appello di Elly Schlein. Non cambiamo idea noi e non credo che cambierà idea Schlein. Quello che sta accadendo è paradossale. In Emilia Romagna noi vogliamo far vincere de Pascale, Conte vuol far perdere Schlein».

Conte, Fratoianni, ma anche Schlein, vogliono cancellare il JobsAct con un referendum. Renzi ha lanciato i comitati per salvarlo. Come se ne esce?
«Noi siamo coerenti. E a onor del vero anche Schlein lo è perché è e sempre stata contraria. Meloni, Salvini e Tajani invece hanno votato contro il JobsAct, la contraddizione è loro».

  


Avs e M5S chiedono di non ricandidare automaticamente Eugenio Giani in Toscana. Vogliono le primarie. Parteciperete?
«Vedremo se ci saranno. Loro chiedono primarie solo quando fa comodo. Ma in ogni caso se ci saranno primarie, ci saremo, sempre».

In queste ore di guerra tra Israele ed Iran, crede che il governo debba ritirare il contingente della missione Unifil oppure serve un cambio delle regole d’ingaggio?
«Non credo al ritiro del contingente. Nelle operazioni di interposizione all’estero i militari italiani sono i più bravi di tutti. Servono per costruire la pace e e difendere gli ultimi, dunque, mi lasci gridare viva le forze armate di questo Paese. Dopodiché mi piacerebbe che il Governo usasse anche l’arma della diplomazia. Tajani guida il G7 ma nessuno sa che cosa stia facendo. È non pervenuto, purtroppo».

Il 7 ottobre si avvicina, l’allerta è alta anche in Italia, con i manifestanti pro Palestina che intendono scendere in piazza nonostante il divieto del Viminale. Gli episodi di antisemitismo si moltiplicano. È preoccupata?
«Sto dalla parte dei miei amici della comunità israeliana e di quella ebraica di Roma e delle altre città ribadendo il nostro no all’antisemitismo.
Tuttavia sono contraria a vietare le manifestazioni, sempre. È un precedente sbagliato. Anche certe idee assurde e disgustose hanno il diritto di essere difese da chi ci crede in piazza. Vietare cortei è sempre un errore».