università

Ex terrorista palestinese in cattedra a La Sapienza. Insorge FdI: "Vergogna"

Francesca Musacchio

Il ritorno di Leila Khaled nelle università italiane. O forse non è mai andata via, visto che l’ex terrorista palestinese continua ad essere l’eroina di movimenti universitari di estrema sinistra, antisemiti, pro Palestina e pro Hamas. Oggi, nell’aula 7 della facoltà di Fisica dell’università La Sapienza, Leila Khaled sarà ospite del collettivo «Cambiare Rotta», sedicente organizzazione giovanile comunista, per discutere di «Palestina: le radici del genocidio, gli orizzonti della lotta». E quale miglior interlocutore di una ex terrorista nota alle cronache per essere stata la prima donna che, tra il 1969 e il 1970, partecipò al dirottamento di due aerei?

Membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP), è diventata un simbolo della lotta per la liberazione palestinese, soprattutto grazie all’immagine che la ritrae da giovane con un AK-47. E oggi continua ad essere una figura controversa e influente nel contesto del conflitto israelo-palestinese. Talmente influente da essere quasi un ospite ricorrente all’interno delle università italiane e nelle manifestazioni organizzate dai collettivi legati al mondo antagonista. Di recente, a novembre 2023, a poco più di un mese dall’attacco di Hamas contro Israele, partecipò a un'iniziativa organizzata dai collettivi dell'Università Orientale di Napoli e poi a Torino, presso l’occupazione di Palazzo Nuovo.

  

Nel 2017 l’Italia negò l’ingresso nel nostro paese all’ex terrorista che doveva partecipare ad un evento sulle «Donne nella lotta palestinese», organizzato da una compagine di estrema sinistra. Respinta alla frontiera di Fiumicino, è stata costretta a ritornare in Giordania dove vive con il marito.
Da sempre presentata come un’icona del movimento anti-israeliano, i dirottamenti ai quali ha partecipato hanno contribuito al collasso proprio della Giordania aprendo le porte a Settembre Nero, il gruppo terroristico noto per aver organizzato il massacro di Monaco del 1972 dove, all’interno del villaggio Olimpico, vennero trucidati 11 atleti israeliani.

Nonostante ciò Khaled riscaldai cuori dei pro Palestina nostrani che nelle università italiane, da oltre un anno, inneggiano alle gesta di Hamas e accusano Israele di compiere un genocidio a Gaza. «Ricomincia l’anno accademico, recuperiamo quindi il dibattito sulla questione palestinese con professori, esperti e militanti che hanno fatto la storia della resistenza palestinese come Leila Khaled», si legge nel post di «Cambiare Rotta» che pubblica la locandina dell’evento. «Alla Sapienza i cattivi maestri salgono in cattedra. Studenti filopalestinesi hanno invitato a un evento fissato per domani (oggi ndr), Leila Khaled, storica attivista palestinese protagonista nel 1969 e nel 1970 di due dirottamenti aerei. Khaled oggi è membro del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, inserita nella lista delle organizzazioni terroristiche dall'Ue e dagli Stati Uniti. Una scelta vergognosa che dovrebbe essere stigmatizzata da tutte le forze politiche», ha dichiarato la senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli. E mentre il presidente di Fratelli d’Italia in Senato, Lucio Malan, chiede «al rettore dell’ateneo di non autorizzare queste messe in scena (perché di questo si tratta) in un periodo delicatissimo per il Medio Oriente per la cui situazione non si sente davvero il bisogno di alimentare dibattiti con accenni eversivi», la sinistra, al momento, sulla partecipazione dell’ex terrorista tace.
Ma Leila Khaled non piace soltanto ai pro Palestina di casa nostra. A Johannesburg, in Sudafrica, che ha accusato Israele di «condotta genocida» davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, stanno pensando addirittura di intitolare una strada, nel quartiere finanziario di Sandton, proprio all’ex terrorista.