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Segre, allarme antisemita in Italia. Renzi: "Bisogna inchinarsi davanti a lei"

Luca De Lellis
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Il 7 ottobre si avvicina. Una data “maledetta” per la storia iper-contemporanea, visto quanto accaduto nel 2023, con il pogrom di Hamas che ha dato il là all’ennesimo round del conflitto israelo-palestinese. In un anno è successo di tutto e se, all’inizio, quasi tutti stavano dalla parte di Israele, dopo la politica di vendetta prolungata perpetrata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu la situazione sembra essersi ribaltata quasi completamente. Con la Striscia di Gaza bombardata di continuo e i palestinesi ormai in ginocchio, in molte zone europee, compresa l’Italia, è maturata l’idea che gli ebrei siano nazisti colpevoli di un genocidio. Persino Liliana Segre in molte manifestazioni è stata contestata per il suo discorso nel quale considerava imparagonabili il genocidio degli ebrei nei campi di sterminio della Seconda Guerra Mondiale e quello che sta avvenendo invece oggi in Medio Oriente. Matteo Renzi, intervenuto nella trasmissione di La7 Tagadà, si dice disgustato dalle accuse mosse alla senatrice a vita: “Liliana Segre è un monumento di questo Paese, chiunque pronuncia il suo nome dovrebbe inchinarsi per rispetto di una donna straordinaria, che dall’alto dei suoi 94 anni costituisce una delle più alte espressioni di bellezza italiana”.

 

 

 

Che l’antisemitismo sia tornato a essere un cruccio dell’Italia, e non solo, nel 2024 è abbastanza scoraggiante. Il segretario di Italia Viva, dopo la doverosa premessa, esprime il suo punto di vista sul terrorismo islamico e sulla morte del leader del gruppo politico e militare libanese Hezbollah, ucciso in un attacco aereo israeliano avvenuto venerdì sera su un edificio nel quartiere di Danieh, a sud di Beirut, in Libano: “Partiamo dal presupposto che un mondo senza Hassan Nasrallah è un mondo migliore, più giusto”. In un secondo momento, l’ex Premier, ospite della conduttrice Tiziana Panella si lascia andare al suo pensiero sulle prossime mosse di Netanyahu: “Lui e il suo governo devono capire che oggi è arrivato il momento di costruire e non mandare a monte la grande alleanza con i paesi arabi riformisti. Ergo, sostiene Renzi, “ora che non ci sono più i leader di Hezbollah, che si è capito che gli Houthi siano il male, che l’Iran è indebolito e Hamas è rinchiuso nei cunicoli, è il momento di una grande opera diplomatica che porti la pace tra i figli di Abramo”. Poi conclude schierandosi: “Israele deve capire che su questi temi non può far vincere la corrente estremista, ma tra Israele e Iran sto dalla parte della libertà israeliana e non del male iraniano”.

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