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Pd-M5S, Boccia e l’ultimatum a Conte: “Basta spararci addosso”. La bordata è incredibile

«Basta con i giochini che indeboliscono il campo progressista e finiscono per rafforzare il governo». A parlare così, in una intervista a Repubblica, è il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia. «Il Partito democratico in questi giorni sembra l’unico partito interessato a non fare accordi né favori a Meloni. Siamo la prima forza di opposizione, senza di noi non esiste alternativa, è tempo che tutti se ne facciano una ragione. Specie chi ha perso sei punti in un anno attaccando noi anziché la destra», evidenzia, mandando un chiaro messaggio al Movimento 5 Stelle. 

 

  

 

Quanto al veto di Giuseppe Conte a Italia Viva in Liguria, Boccia rileva che «promuovere l’alleanza fra tutti i partiti di centrosinistra non è un capriccio di Elly Schlein, è un dato di realtà. Nel 2022 le nostre divisioni hanno consentito a Giorgia Meloni di vincere. Nel Pd se ne sono accorti tutti, gli altri mi pare siano rimasti fermi a due anni fa». Come farete a sanare le fratture? «Se l’obiettivo comune è governare il Paese per rimediare ai disastri della destra dobbiamo costruire una coalizione forte e credibile. Ma non è sparandoci addosso che ci riusciremo», la risposta. «Noi sentiamo la responsabilità di costruire una coalizione in grado di battere la peggiore destra di sempre - continua Boccia - consapevoli che da soli non bastiamo. Per questo, nel Paese e in Parlamento, abbiamo iniziato a lavorare con le altre opposizioni sui temi che ci uniscono, salari, sanità, ambiente, Europa, e che sono più rilevanti di quelli che ci dividono. Non c’è dubbio che esistano una serie di nodi che vanno risolti con il confronto politico e con scelte chiare. Noi restiamo convinti che sia sbagliato negoziare sui principi. Per esempio, vista da sinistra, la posizione dei 5stelle sulla cittadinanza coincide con quella di Matteo Salvini, mentre per noi e per le altre forze progressiste i decreti sicurezza erano e sono un errore. Così come il Pd ha cambiato il suo profilo culturale con la vittoria di Schlein alle primarie, auguro agli amici del M5S di fare lo stesso con il loro percorso costituente». 

 

 

Su Matteo Renzi e la leadership del centrosinistra il capogruppo dem poi sottolinea: «Ragioniamo sui temi, non sui nomi. Iv ha sottoscritto i referendum, combatte insieme a noi contro Autonomia e premierato, si è alleato sui territori senza porre veti. Restano distanze importanti come sul Jobs act, ma il tempo ci dirà la verità. Io penso che le leadership non le mettono in discussione i singoli, ma gli elettori. In politica contano i numeri. Il Pd al 24% è il primo partito dell’opposizione e perno dell’alternativa. Significa che in campo ci sono due opzioni, Meloni da una parte, Schlein dall’altra. Occorre schierarsi, senza più ambiguità». «Questa fase è molto delicata. Con due guerre in corso, la destra ci sta regalando 12 miliardi di debiti l’anno. Il mondo brucia e il governo sfascia l’Italia. Per dare una risposta ai problemi delle persone si può fare tutto tranne che dividere il centrosinistra. Se l’obiettivo comune è governare il Paese per rimediare ai disastri della destra - conclude Boccia - dobbiamo costruire una coalizione forte e credibile. Offrire la speranza di un’alternativa progressista e riformista in grado di occuparsi dei bisogni veri dei cittadini, diritti sociali e civili, scuola e ospedali pubblici, lavoro povero. Ma non è sparandoci addosso che ci riusciremo».