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Migranti, Soumahoro regala cittadinanze: chi denuncia il caporalato avrà un permesso "premio"

Christian Campigli
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L’ossessione della sinistra italiana, che da oltre un decennio ha dichiarato guerra agli italiani. Una scelta miope, ideologica, controcorrente e portata avanti solo per conquistare (sulla carta) un pacchetto di tre milioni di voti. La crime story sulla modifica dei parametri per ottenere la cittadinanza italiana ha fatto registrare ieri una nuova puntata. L’ennesimo capitolo dei soliti sospetti, volti grottescamente noti sui quali è svettato il simbolo della lungimiranza della coppia del gol, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Aboubakar Soumahoro, leader del movimento Italia Plurale, dopo essere stato rinnegato (a seguito dei famigerati guai giudiziari di moglie e suocera) da Avs, ha presentato ieri nella sala stampa della Camera dei Deputati la sua proposta di legge sulla cittadinanza.

 

 

«L’Italia attende da 32 anni una legge capace di riconoscere l’esistenza di un’Italia ricca di identità plurali e di diversità. La mia proposta di legge consentirà a chi è nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno è regolarmente soggiornante in Italia, di diventare cittadino italiano subito, ma lo sarà anche chi nasce in Italia da genitori stranieri di cui, almeno uno, è nato in Italia. Diventerà italiano anche il minore straniero che ha frequentato un corso di istruzione primaria o secondaria, oppure un percorso di istruzione e formazione professionale. La mia proposta di legge riduce inoltre da 10 a 4 anni di residenza in Italia i tempi per la richiesta della cittadinanza, che diventa possibile anche in presenza di requisito reddituale o se in possesso di attestato di frequenza di corso universitario o formazione professionale». Insomma, una sorta di ius soli più leggero, sommato però a uno ius scholae decisamente più rapido. Soumahoro non ha tenuto conto di un dettaglio, si fa per dire, così evidente, così ingombrante che è impossibile da nascondere: se la sua idea fosse votata e approvata dal Parlamento, dal giorno dopo vi sarebbe un esponenziale aumento degli immigrati africani pronti a tutto pur di giungere sulle coste del nostro Paese.

 

 

Il meccanismo sarebbe a quel punto tanto semplice quanto irreversibile: una coppia di marocchini o di senegalesi, di nigeriani o di libici sbarca in Sicilia, in Puglia o nelle Marche. Iniziano a lavorare, la donna resta incinta e partorisce in Italia. Quel bimbo sarebbe, sin dal primo vagito, a tutti gli effetti cittadino italiano. E, per l’ovvio principio dei legami familiari e dell’inserimento sociale del minore, i suoi genitori non potrebbero più essere espulsi dal nostro Paese, nemmeno di fronte a reati e condanne. Perché l’interesse del bambino, nel nostro ordinamento, prevarrebbe. Ora, senza addentrarsi in questioni tecniche complesse (vi sono numerose eccezioni e specifiche assai dettagliate), è del tutto ovvio comprendere come, il miraggio di una cittadinanza tanto facile da ottenere, si trasformerebbe in una sorta di enorme moltiplicatore. Per la gioia (e le tasche) dei mercanti di esseri umani. «Se ho firmato il referendum sulla cittadinanza? - si è chiesto il nativo di Bétroulilié - Questa proposta di legge sta già al suo interno. Qui rilancio: il referendum interviene sui tempi, ma con la nostra proposta di legge interveniamo anche sugli altri requisiti. La via parlamentare è irrinunciabile. Qualsiasi proposta che abbia all’interno gli elementi del mio disegno di legge la voteremo assolutamente». L’uomo che entrò con orgoglio (e nessun rispetto delle istituzioni) a Montecitorio con gli stivali sporchi di fango ha anche depositato una seconda proposta di legge, contro lo sfruttamento dell’immigrazione nel lavoro sommerso. «Chi denuncia fenomeni di sfruttamento di caporalato viene premiato tramite un permesso di soggiorno, accompagnato da un percorso di formazione professionale e quindi di reinserimento nel mercato del lavoro legale». Se Aboubakar Soumahoro, non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

 

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