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Milano in balia di clandestini e scippatori. Ma il problema di Sala è l'aeroporto Berlusconi

Christian Campigli
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Un odio che nemmeno l’immutabilità della morte ha attenuato. Un senso di inferiorità palese, di invidia conclamata e di disprezzo raramente visto prima. La sinistra, priva di idee e di leadership, in grado di raccogliere solo sconfitte e brutte figure, torna alla carica per contestare l’intitolazione dello scalo aeroportuale di Malpensa a Silvio Berlusconi. Ieri un nuovo capitolo. La giunta del Comune di Milano, guidata da Beppe Sala, invece di occuparsi dell’aumento dei reati in città, ha pensato bene di dedicarsi ad altro, approvando la delibera relativa al ricorso contro la denominazione dell’aeroporto varesotto al fondatore di Fininvest, che sarà portato avanti insieme ad altri nove comuni del Consorzio Urbanistico Volontario (Cuv) dell’area immediatamente a ridosso dello scalo. Il ricorso verrà depositato al Tar forse già la prossima settimana.

 

 

«Ci siamo associati al ricorso come altri Comuni - ha spiegato il primo cittadino meneghino a margine dell’evento di apertura della Green Week - confermo che siamo associati al ricorso, per le tempistiche non so ancora niente». Insomma, nuovi soldi (pubblici) sprecati per un vezzo tipico di quella sinistra radical chic che sarebbe in grado di perdere anche giocando da sola. Una presa di posizione grottesca, resa ancora meno comprensibile vista la concomitanza temporale con la bocciatura, da parte dell’Uefa, di Milano come città ospitante della finale Champions League del 2027. Un autentico smacco per la capitale del football italiano, sulla quale Sala, invece di chinare la testa e chiedere scusa, ha trovato il modo di polemizzare anche col Presidente del Senato, Ignazio La Russa (grande appassionato e tifoso nerazzurro). Che gli ha risposto per le rime. «La sua colpa è di aver accettato di fare il sindaco con questa maggioranza: con gli ambientalisti e similari che tirano da una parte e gli altri che tirano dall’altra. In questo caso, l’unica strategia è tirare la palla fuori dal campo e dare la colpa al bieco uomo di destra che invece con lui è sempre stato corretto».

 

 

La vicenda della nuova ondata di odio contro Silvio Berlusconi ha dato il via ad una serie di reazioni in ambito politico. A sinistra, la posizione di Sala è stato beatificata da tutto il Pd. «L’amministrazione comunale di Milano ha compiuto una scelta importante e non scontata che sosteniamo in pieno - ha pomposamente affermato Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Regione Lombardia e componente della segreteria nazionale dem -. Non è rimasta a guardare di fronte ad un atto grottesco e inutilmente divisivo voluto da Matteo Salvini e dal governo Meloni». A destra, il primo ad essere intervenuto con un tweet è stato il vicepremier Salvini, promotore e grande sostenitore del cambio di intitolazione di Malpensa a favore dell'ex presidente del Milan. «Anche dopo la sua scomparsa non si fermano l’odio e il rancore nei confronti di Silvio Berlusconi, proprio dalla sua Milano, al cui benessere, e a quello di tutta Italia, ha contribuito con tanto amore e passione, al di là delle appartenenze politiche. Vergogna. Silvio, sei e rimarrai sempre nei nostri cuori». Sulla medesima linea anche Silvia Scurati, consigliere in Regione Lombardia del Carroccio. «Il sindaco Sala dovrebbe semmai riflettere sulle conseguenze che ha quel pessimo balzello che è Area C, che non migliora la qualità dell’aria ma penalizza lavoratori, pendolari e turisti. E invece no, non pago di questo introdurrà dal primo ottobre ulteriori nuove restrizioni, prevedendo per il futuro area C anche per i festivi ed i week-end. Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico».

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