Roma tappezzata di manifesti pro Putin: c'è lo zampino M5S. Di chi si tratta
In queste settimane Roma è stata tappezzata di cartelloni pubblicitari, esposti all'aperto, su cui campeggia lo slogan "La Russia non è nostra nemica", con tanto di invito a interrompere le forniture di armi all'Ucraina ea Israele. Chi ha organizzato la diffusione dei manifesti? Questo è stato, per giorni, l'interrogativo più condiviso in città e, poi, sui media. La verità, ora, è emersa ea riportarla è stato il sito di informazione e di attualità Linkiesta. A commissionare la campagna a favore di Mosca e contro Kiev sarebbe stato Domenico Aglioti, un ex consigliere municipale di Roma, oltre che presidente della Commissione Cultura e tra i fondatori del Movimento Cinque Stelle nella Capitale.
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Aglioti, "il generoso comitato", si legge, non è soltanto un "animatore dei movimenti no-vax, anti 5G e putiniano", ma è uno dei sostenitori di Virginia Raggi. L'ex consigliere municipale di Roma ha contribuito a lanciare l'ex sindaca tanto da meritarsi una nota biografica sul sito del Garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. "Insieme a Domenico Aglioti abbiamo costruito pezzetto per pezzetto il Gruppo del XIX Municipio andando a fare banchetti dovunque vi fosse un marciapiede sufficientemente largo", scrive Raggi. Ma non è tutto. I giornalisti di Linkiesta si sono messi in contatto con "Nuovi Spazi Advertising", la società che ha stilato il contratto di affitto, per avere idea di quale sia stata la spesa.
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La risposta non è arrivata ma, contando, i cartelloni affissi sono venti e le vele motorizzate che girano in città almeno cinque. "Secondo alcuni esperti da noi contattati, l'ammontare di una campagna pubblicitaria con queste caratteristiche costa tra i trentamila ei cinquantamila euro", si legge sul sito e nell'articolo di Massimiliano Coccia. Il quesito che viene posto riguarda dunque il Comune di Roma. Perché una campagna a favore della Russia, dove nessuna libertà viene tutelata, non è stata condannata e censurata?