l'ultima folla

Austria, all'asilo abiti pudichi per rispettare i musulmani. Sardone: "Imbarazzante"

Christian Campigli

Un pericoloso atteggiamento di passiva supinazione alle follie dell'Islam estremista. L'incapacità di difendere le proprie tradizioni, anche di fronte a richieste surreali. In Austria una direttrice di un asilo pretende che le sue dipendenti indossino abiti pudichi in modo da non mettere a disagio i padri musulmani. Insomma, un passo (anche piuttosto corto) indietro all'obbligo del burqa. Una vicenda sulla quale è prontamente intervenuta l'eurodeputato della Lega, Silvia Sardone. "Una storia che rilancia questa tendenza buonista, in crescita in tutta Europa e nelle scuole, di portare avanti provvedimenti, politiche e idee che rinnegano la nostra libertà per venire incontro alle comunità islamiche. Da donna trovo sconcertante l’invito a dipendenti di una struttura scolastica di vestirsi in maniera pudica in modo che i padri degli studenti islamici non si sentano a disagio. È un modo clamorosamente sbagliato di affrontare l’integrazione: invece di far conoscere ai nuovi arrivati il nostro modo di vivere, i nostri valori, le nostre tradizioni finiamo per inchinarci alle loro usanze arrivando addirittura ad abbracciare il loro modello di donna oppressa", ha dichiarato l'eurodeputata della Lega.

 

  

 

 

"In Italia qualche mese fa abbiamo visto in una scuola di Abbiategrasso la proposta di un corso su come portare il velo islamico, tra non molto probabilmente qualche dirigente scolastico inviterà le professoresse a mettersi il velo per non urtare gli studenti musulmani. Invece di difendere le donne, la tendenza della sinistra e dei sostenitori del politicamente corretto è di assecondare una visione di donna sottomessa che si deve coprire", ha continuato. L'esponente della Lega punta poi il dito contro l'immobilismo del Vecchio Continente. "L’islamizzazione crescente in Europa è sempre più un pericolo perché piano piano annulla la nostra identità e ci fa arretrare sui diritti, sui nostri valori e su ciò che siamo. In questo contesto il silenzio della sinistra e delle femministe sulle condizioni delle donne islamiche è imbarazzante e rappresenta un segnale chiaro: c’è chi è disposto a barattare le conquiste delle donne pur di attirare il consenso delle comunità islamiche”.