l'inchiesta

Boccia, ora si indaga sulla gravidanza. Le dodici domande dei pm

Augusto Parboni

Dodici punti da chiarire. Dalla lettera A alla L sono elencati nel decreto di perquisizione e sequestro emesso nei confronti della influencer Maria Rosaria Boccia. È dunque lunga la lista di attività investigative che la procura di Roma ha delegato ai carabinieri del Nucleo Investigativo per far luce sulla denuncia presentata dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Nelle carte, infatti, tra l’altro, c’è la richiesta dei pm di verificare tutte le email della manager, «documenti di qualsiasi natura relativi allo stato clinico della gravidanza, ivi incluse visite di controllo». L’accertamento è mirato a verificare la verità sullo scambio di messaggi tra Boccia e il giornalista Rai finiti nel fascicolo aperto contro l’imprenditrice, indagata per violenza o minaccia a un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti, reato che prevede una pena da uno a sette anni di reclusione, oltre a quello di lesioni.

 

  

 

La vicenda della presunta gravidanza arriva in seguito al rifiuto dell’ex Ministro di firmare un patto di riservatezza secondo il quale Sangiuliano non avrebbe più dovuto cercare l’imprenditrice che si sarebbe, invece, impegnata a non rivelare la loro relazione. A quel punto Boccia avrebbe parlato di una presunta gravidanza: «Te l’avrei detto oggi, anche stasera. Ma non posso», avrebbe scritto la donna a Sangiuliano. «Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me. Anzi, sarei felicissimo», sarebbe stata la successiva risposta del Ministro. Al che, dopo una settimana, Boccia avrebbe aggiunto: «Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai, nel rispetto di tuo figlio». Ora i carabinieri dovranno accertare la veridicità di quelle frasi finite nelle carte dell’inchiesta.
Tra i dodici punti da chiarire attraverso l’analisi dei supporti informatici sequestrati nell’abitazione di Boccia a Pompei, anche la presenza di chat intercorse tra l’indagata e la moglie dell’ex Ministro e una sua amica, oltre a quelle tra l’influencer e personale amministrativo «in servizio presso la segreteria particolare del Ministero, l’Ufficio di Gabinetto o comunque alle dipendenze di Sangiuliano», è scritto nel decreto di perquisizione.

 

 

Ma non finisce qui. I militari hanno il compito di estrapolare, se ce ne fossero, chat intervenute con terzi, «ove venga menzionato il Ministro, anche mediante nomi o nomignoli a lui riferibili o il Ministero o incarico di consigliere per i Grandi Eventi, ovvero contenuti riferimenti all’episodio di lesioni». Nel capo d’imputazione, gli inquirenti hanno inoltre elencato una serie di comportamenti che avrebbe tenuto Maria Rosaria Boccia dopo la fine della relazione con l’ex direttore del Tg2. Tra questi, la donna «contattava ripetutamente la moglie di Sangiuliano, con chiari riferimenti alla sua relazione extraconiugale con il marito - scrivono gli inquirenti - simulava la sua presenza in luoghi frequentati privatamente da Sangiuliano». E ancora. Secondo i magistrati romani Boccia «rilasciava interviste nelle quali affermava che il Ministro era sotto ricatto e ulteriormente alludeva alla disponibilità di ulteriori informazioni compromettenti». Il compito degli investigatori sarà anche quello di esaminare la chat integrale tra l’indagata e Sangiuliano per ricostruire l’avvio della relazione affettiva e il relativo «sviluppo patologico». Tutto ciò mentre va avanti anche l’inchiesta che ha coinvolto l’ex Ministro, nella quale è indagato per peculato e rivelazione e diffusione del segreto d’ufficio.