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Open Arms, “non ho paura”. Salvini non arretra: rifarei tutto, no al patteggiamento

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“Non ho paura di essere condannato, sono orgoglioso di quello che ho fatto”. Il leader della Lega e ministro dei Trasporti Matteo Salvini, si è espresso così a Milano al banchetto di raccolta firme di solidarietà contro il processo Open Arms a Palermo. “Difendere i confini non è un reato. Io sto con Salvini”, recita il cartellone. “Non pretendo la medaglia ma neanche il carcere. Non patteggio, non cambio nulla. Se dovessi tornare ministro dell’Interno rifarei tutto quello che ho fatto”, ha sottolineato il vicepremier, spiegando che per lui “sarebbe un segnale incredibile una condanna per un ministro che ha mantenuto la parola data e ha bloccato gli sbarchi dei clandestini e ha salvato vite, ha evitato reati. In caso di condanna saremmo l’unico Paese dove difendere i confini sarebbe riconosciuto come un reato”. 

 

 

Dopodiché Salvini si dice “contento della solidarietà che in mille piazze, fra questo e il prossimo weekend, ci sarà con tanta gente anche di sinistra e non solo della Lega che dice ’andate avanti e tenete durò. Non solo sei anni di carcere, oltre il danno la beffa con 1 milione di risarcimento danni ai poveri clandestini turbati. Conto di trovare un giudice che faccia giustizia con la G maiuscola”. 

 

 

A chi gli ha chiesto se le minacce sui social ai Pm non rischiano di creare un clima di tensione tra poteri dello Stato, ha risposto così: “Ognuno fa il suo mestiere, ogni insulto è un’offesa alla intelligenza. I Pm fanno il loro lavoro e ritengono che io sia un pericoloso sequestratore e che dovrei finire in carcere per avere difeso i confini e la legalità. Una richiesta curiosa, ci sono persone che erano in galera perché occupavano le case degli altri e sono state liberate e c’è un ministro che fa fatto il suo lavoro e dovrebbe finire in carcere pagando pure i danni”.

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