Anpi, Pacifici: "Ha svenduto i valori della resistenza ai terroristi islamici"
«L’Anpi ha svenduto i valori della resistenza ai terroristi islamici». A dirlo Riccardo Pacifici, vicepresidente dell’European Jewish Association, da quattro mesi sotto scorta.
Possiamo dire che quello attuale non è un periodo semplice per il mondo ebraico?
«Premesso che non rappresento le istituzioni ebraiche del Paese, a dir la verità, non vedo grosse novità. Penso solo che alcuni odiatori seriali, sfruttando quanto sta accadendo a livello internazionale, trovano il coraggio di manifestare il loro odio».
Possiamo parlare, comunque, di fenomeno in aumento?
«C’è chi si sente in diritto di discriminare gli ebrei attraverso un’ipocrita critica alle scelte del governo Netanyahu. Nessuno nega che a Gaza stiano morendo anche bambini e civili, ma certamente la colpa non è dell’esercito israeliano, ma piuttosto di Hamas che li utilizza come scudi. Un esercito che, comunque, avvisa prima di colpire. Non dimentichiamo che parliamo di terroristi che utilizzano ospedali e scuole come base di lancio di missili, che hanno come obiettivo quello di colpire la popolazione civile israeliana».
Cosa ne pensa degli attivisti che scendono in piazza con le bandiere della Palestina?
«Questi signori che troviamo, guarda caso sempre nelle stesse manifestazioni, sono dei mascalzoni che si indignano quando i palestinesi muoiono per mano israeliana, mentre chiudono un occhio, e forse di più, quando gli stessi palestinesi vengono massacrati, per esempio, dalle truppe siriane. Mi chiedo come mai questi signori non hanno mai gridato allo scandalo quando sono stati uccisi in Bangladesh centinaia di indù per mano musulmana.
Questa è l’ipocrisia e l’antisemitismo».
Questa forma di estremismo, per fortuna, è una prerogativa che regna solo in pochi gruppi organizzati...
«Sono d’accordo. In questa fase, ripeto, sta venendo fuori solochi ha sempre covato un sentimento, senza aver mai trovato il coraggio di rappresentarlo.
Stiamo parlando di pochi rumorosi, facinorosi e perché no minacciosi contrari a un mondo libero. La maggioranza degli europei e degli italiani, per fortuna, è con la democrazia e con Israele».
Come fa a dirlo?
«Esiste una maggioranza silenziosa che, nel privato, ogni giorno ci testimonia affetto, simpatia, ma anche incoraggiamento. Ci ripete che dobbiamo resistere».
Parole molto dure nei vostri confronti vengono rivolte dall’Anpi. Perché?
«Diciamo innanzitutto che pochi dell’Anpi attuale hanno fattola guerra di liberazione. Questi signori che ci attaccano, purtroppo, sono dei mascalzoni che non hanno mai conosciuto personaggi come Massimo Rendina che, in più di qualche occasione, ha ringraziato la brigata ebraica per il decisivo contributo nella lotta di liberazione dal nazifascismo. A sinistra più di qualche revisionista dimentica quei soldati che hanno combattuto sulla linea gotica e sono seppelliti nel cimitero di Piangipane. Si criticano i negazionisti di destra, che vorrebbero cancellare la Shoah e poi non si dice nulla se qualcuno impedisce di portare nelle sfilatele bandiere di chi ha sacrificato la vita per l’Italia».
Siamo di fronte a un tentativo di riscrivere la storia?
«Siamo all’abuso del termine “partigiano”. Qualcuno sta svendendo i valori della Resistenza».
Rispetto a tutto ciò, quale è il pericolo per l’Italia?
«Se andiamo a rivedere le immagini del 7 ottobre, scopriamo che furono tagliate pure le teste di poveri tailandesi, di chi non aveva nulla a che vedere con Israele. Questa è una battaglia che i soldati israeliani fanno per il mondo libero. Non dimentichiamo che a Rotterdam c’è chi ha ucciso occidentali nel nome di Allah. Non ci scodiamo di quanto accaduto al Bataclan».
Come dovrebbero comportarsi le nostre istituzioni rispetto a tale tipologia di comportamenti?
«Non capisco come chi ha urlato che dovevano essere colpiti i figli di Molinari e Parenzo non stia in galera. Allo stesso modo, però, non posso non ringraziare quelle forze dell’ordine che consentono ai nostri figli di andare a scuola e in sinagoga, che ci permettono di girare in strada con la kippah».