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Salis si schiera con gli scafisti e Soumahoro vede razzisti ovunque

Christian Campigli
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I gemelli del gol colpiscono ancora. Una coppia di guru inossidabili, i SoumaSalis, in grado di regalare perle di banalità oltre ogni limite. La nuova frontiera della sinistra italiana, demagogica, immigrazionista e in lotta perenne con gli italiani. Soprattutto con quelli onesti che, grazie al proprio lavoro, sono riusciti a realizzarsi. I social, per entrambi, sono una vetrina importante. Utilizzati con continuità dalla coppia delle meraviglie che Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno regalato al nostro Paese. Partiamo dalla donna che vorrebbe abolire il carcere (per non doverci più tornare, penseranno i maligni). «Ieri si è svolta a Crotone la terza udienza del processo contro Maysoon Majidi – scrive l’eurodeputato sulla propria pagina Facebook - Incoraggiante l’ampia mobilitazione solidale a sostegno dell’attivista curda, occorre intensificarla sino alla sua liberazione. Così come occorre difendere tutti i migranti ingiustamente accusati di essere scafisti. La migrazione e l’asilo sono diritti, non crimini».

 

 

 

Il riferimento è al processo che si sta celebrando a Crotone e che vede come imputata l’attivista curdo-iraniana. La 29enne, seconda la tesi accusatrice, avrebbe svolto il ruolo di scafista nel corso di uno sbarco che si è concluso al porto di Roccella Jonica nell’ottobre 2023. A puntarle il dito contro tre uomini che, al contrario, secondo i racconti della ragazza avrebbero abusato di lei. Nel post viene linkato anche un articolo del quotidiano Il Manifesto, che ricorda come, in aula, fosse presente anche Mimmo Lucano. «La legge Piantedosi sull’immigrazione è completamente sbagliata perché tiene in carcere una ragazza che ha aiutato gli altri profughi a sopravvivere durante il viaggio in mare». Anche Aboubakar Soumahoro torna a battere il ferro sul tema migranti, ma lo fa, nel post di ieri, da un'altra prospettiva. Il fondatore di Italia Plurale cita un pezzo del quotidiano Il Messaggero che racconta una vicenda di cronaca davvero allarmante.

 

 

 

All'istituto comprensivo Aspri di Fondi, piccolo comune in provincia di Latina, in prima elementare ci sono due classi composte, per oltre il 50%, da alunni stranieri. Indiani, pakistani e albanesi. I genitori dei bimbi italiani hanno prima chiesto la possibilità di creare una classe composta esclusivamente da autoctoni, poi, in massa, hanno deciso di iscrivere i propri congiunti in altre scuole. «In questo anno scolastico il numero degli studenti di diverse etnie iscritti alla classe prima di scuola primaria ha superato il 50% - ha sottolineato la preside Adriana Izzo Nelle prime settimane di settembre si è verificato un improvviso e significativo trasferimento di studenti di nazionalità italiana verso altri istituti, che ha determinato classi con la sola presenza di alunni stranieri, alterando la precedente e più equilibrata composizione delle classi prime». L'uomo che entrò con gli stivali fangosi a Montecitorio ha prontamente gridato allo scandalo e al razzismo. Non capendo, evidentemente, come classi piene di stranieri rallentino l'apprendimento di tutti gli studenti. «Gli schiavi vanno bene se dicono sì padrone, spaccandosi la schiena dalla mattina alla sera nei campi, ma guai se i loro figli entrano nelle aule scolastiche per disturbare e contaminare la cosiddetta purezza. Quello che è accaduto a Fondi è profondamente inaccettabile». La retorica, un tanto al chilo.

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