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Piazza Augusto Imperatore, Rampelli all'attacco: "Regalo ai Benetton", il pasticcio sotto il governo Conte

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Interpellanza urgente al Ministro dell’Economia e delle Finanze e al Ministero della Cultura da parte di Fabio Rampelli sulla svendita del palazzo razionalista che per anni è stato sede dell’avvocatura dell’INPS a Piazza Augusto Imperatore. Il palazzo, quotato tra i 187 e i 210 milioni di euro, è stato venduto a Edizione Property, per il 20% proprietà dei Benetton, a soli 150 milioni a seguito di una trattativa nel 2019 durante il Governo Conte II, mentre l’amministrazione capitolina del Sindaco Virginia Raggi chiudeva in tempi record, appena sei mesi, il cambio di destinazione d’uso permettendo la trasformazione degli uffici in albergo. Il parlamentare di Fratelli d'Italia e vicepresidente della Camera dei deputati è intervenuto a Montecitorio denunciando la "operazione opaca sulla quale spero la magistratura indaghi".

Parliamo di "uno dei salotti urbani più importanti d’Europa, con l’Ara Pacis prospiciente al lungotevere, il Mausoleo di Augusto che tra pochi mesi terminerà il suo restauro e la piazza completamente riqualifica grazie a un concorso internazionale per progettazione. È diritto dello Stato mettere a reddito i propri beni, non è suo diritto fare regali ai soliti noti. Questo immobile di pregio inestimabile non è stato ceduto al miglior offerente attraverso una gara pubblica, né è stato locato per numero n di decenni alla proposta più redditizia, viene usufruito da Bulgari, nota società da oltre dieci anni francese, con in pancia una trasformazione urbanistica autorizzata in tempi record e prima che si chiudesse l’operazione. Chi è stato quel veggente che già sapeva che fine avrebbe fatto?", si chiede Rampelli.  E ancora: "Siamo nel centro storico di Roma, chiunque abbia anche soltanto una semplice bottega impiegherebbe anni per spostare un semplice tramezzo. Invece, in soli sei mesi, il palazzo riceve il cambio di destinazione d’uso da uffici ad albergo extralusso, con tutte le autorizzazioni a procedere per demolire gli interni, vincolati; non parliamo di mura inanimate ma di loggiate, colonnati, mosaici”.

 “È un inquietante pasticcio – ha precisato Rampelli- su cui il Governo attuale non è coinvolto. Nel 2019 si conclude l’affare, regnava Giuseppe Conte come capo del Governo. Non è lui in prima persona, certo, ma mentre pensava di espungere Benetton dalla società Autostrade per la tragedia del Ponte Morandi di Genova, si lasciava che la nota famiglia fiancheggiatrice del Pd completasse questa ignobile speculazione, con grande beneficio di Regia srl, da loro partecipata”, attacca Rampelli. 

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