alluvione e politica
Alluvione, affonda il modello Emilia: 594 milioni in 10 anni ma i lavori sono al palo
Il drammatico scenario del maltempo che si ripete in Emilia-Romagna affonda il modello Bonaccini-Schlein. Il Pd, proprio con Stefano Bonaccini, ha governatola regione emiliana-romagnola dal 22 dicembre 2014 al 12 luglio 2024. Dieci annidi amministrazione, con ultimamente Elly Schlein vice governatrice, sufficienti per programmare una messa in sicurezza di un territorio per meglio contrastare le calamità, come il maltempo dello scorso anno e di queste ore. Invece no, per la sinistra e, in particolare proprio per il Pd, la colpa dei due eventi tragici è del governo Meloni che in questi due anni, tra l’altro, ha erogato nelle casse della regione «rossa» centinaia di milioni di euro e di cui poco è stato speso, a detta dello stesso governo. E dire che proprio alla sinistra stanno a cuore i temi del cambiamento climatico e della lotta al dissesto idrogeologico. Ma questa è l’ennesima testimonianza di come la retorica politica non sia sufficiente a gestire le necessità di un territorio. E così in Emilia-Romagna, il maltempo, con alluvioni, crolli e dispersi, diventa tema di scontro politico tra maggioranza e opposizione, in vista delle elezioni regionali del 17-18 novembre prossimi.
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Il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, ha difeso l’operato del governo, sottolineando che in dieci anni l'Emilia-Romagna ha ricevuto oltre 594 milioni di euro per il dissesto idrogeologico. Musumeci ha però chiesto alla regione di fornire dettagli su come sono stati utilizzati tali fondi, affinché si possa programmare meglio gli interventi futuri. «Non sappiamo quante di queste risorse sono state già impegnate» ha puntellato l’esponente del governo Meloni. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, ha criticato le opposizioni per aver tentato di strumentalizzare l'emergenza maltempo per fini elettorali. Poi l’affondo: «Se qualcuno pensa di farci affogare nell'alluvione sappia che non è così perché abbiamo alcuni dati eloquenti che dimostrano come anche i fondi stanziati non abbiano mai avuto una adeguata corrispondente spesa», ha attaccato Foti. E la senatrice di FdI, Marta Farolfi, componente della commissione Ambiente di Palazzo Madama, annuncia un esposto alla Corte dei Conti e in ogni Procura: «Evidentemente sia il Pd regionale che De Pascale sono stati troppo impegnati nella campagna elettorale delle amministrative prima e delle regionali adesso tanto da non aver avuto tempo di realizzare i progetti che avrebbero messo in sicurezza il nostro territorio».
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Per il deputato di Forza Italia e sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante, «lasciano perplessi le critiche infondate e strumentali nei confronti del governo da parte della sinistra». In campo, anche il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza alluvione 2023 in Emilia-Romagna, che ha rielencato tutte le cose fatte sin qui per rimettere in sesto il territorio: 6mila interventi per le infrastrutture pubbliche, 1,6 miliardi di euro già stanziati per Regione, Protezione civile, Comunie Consorzi di bonifica. Ma puntuale arriva l’attacco della sinistra. Per l’ex vicegovernatrice dell’Emilia-Romagna, oggi segretario del Pd, Schlein, è «indecente» l'attacco di FdI e ha accusato il governo di «sciacallaggio politico per fini elettorali». Schlein ha ricordato inoltre come la premier avesse promesso ristori completi a famiglie e imprese colpite dall'alluvione, ristori che, invece, secondo il capo del Nazareno, non sono mai arrivati. Anche altri esponenti del Pd, come Daniele Manca e Sandra Zampa, hanno criticato l'atteggiamento della destra, definendo la polemica un tentativo cinico di coprire le mancanze del governo, in particolare per quanto riguardai ritardi nei risarcimenti e nell'assegnazione dei fondi del Pnrr destinati alla messa in sicurezza idrogeologica. Immancabile, infine, la lungimirante proposta del deputato AvS, Angelo Bonelli: «Alla luce di quanto sta accadendo in Emilia Romagna, noi chiediamo subito lo stato di crisi climatica, l'adozione di un piano per le rinnovabili e un piano per la lotta al dissesto idrogeologico che sia finanziato attraverso i fondi per il Ponte sullo stretto di Messina».