L'intervista

Il ministro Lollobrigida racconta la sua verità: "Stop gossip e al lavoro"

Filippo Caleri

«La mia verità su Boccia? È semplice. Non la conosco. E ora basta teoremi. Non possiamo bloccare il Paese sul gossip. È il momento delle scelte importanti per il prestigio del Paese come il G7 dell’Agricoltura che si terrà a Siracusa dal 26 al 28 settembre». Il ministro dell’Agricoltura,della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, si toglie i sassolini dalla scarpe e spiega a Il Tempo il valore dell’evento siciliano. 
Allora sgombriamo il campo dalle polemiche subito. La sua verità su Boccia?
«Sul video in cui sono in Parlamento con lei chiarisco subito. Sono stato invitato dai colleghi parlamentari che facevano parte del gruppo della dieta mediterranea. Sono stato dieci minuti in quel convegno facendo il saluto iniziale e poi ho lasciato la sessione. Questo è stato l’unico contatto con lei. Poi ho visto che c’è anche una foto di una cena a Pompei durante la cena per la promozione delle cucina italiana organizzata con il collega Sangiuliano. Non c’è altro. Mi resta difficile commentare su una persona che non conosco. Lei stessa ha affermato che non mi conosce. E sottolineo: non mi conosce. Rifiuto il principio secondo il quale prima costruiscono un teorema e poi si devono passare intere giornate invece che a lavorare a dover rispondere alle chiacchiere. Ora è il momento delle cose serie. Come il G7 dell’Agricoltura».
Quale sarà il filo conduttore dell’evento?
«Riaffermiamo il ruolo dell’Italia di essere un punto di riferimento della cultura della qualità. Che per noi significa Made in Italy e per gli altri una soluzione ai problemi del nostro tempo». 
Qual è la prima emergenza al centro del lavori?
«La sicurezza alimentare che è intrinsecamente legata alla sovranità alimentare. Per noi questo tema significa rispetto delle tradizione accettando l’innovazione per i popoli africani, che sono ospiti speciali del summit, lo stesso concetto si declina con l’autosufficienza». 
Perché l’Africa è così importante?
«Dobbiamo diventare loro partner in posizione egualitaria. I paesi dell’Africa hanno il 63% delle terra arabili, hanno la ricchezza dei una popolazione molto giovane. Con la nostra tecnologia e proteggendo i marchi di origine possono far crescere la penetrazione dei loro prodotto e possono diventare mercati di sbocco per i nostri».
Un aspetto importante sono le tecnologie. Cosa possono dare in più al settore?
«Siamo arrivati ad Agricoltura.5 con l’inserimento dell’intelligenza artificiale nelle colture. Si parla di questo a Siracusa. La grande sfida è garantire sicurezza alimentare, preservare ciò che c’è di buono raccogliendo la sfida dell’avvenire. Soprattutto senza scorciatoie come la sostituzione di cibo naturale con quello realizzato in laboratorio». 
Quali novità in Sicilia?
«Non si parlerà solo di agricoltura ma anche di pesca. È la prima volta e riguarda soprattutto quelli che fanno acquacoltura, che sono assimilati ai contadini del mare. Ci sarà una sessione dedicata a questo argomento. Ci sarà anche un G7 giovani con gli studenti che relazioneranno il loro lavoro ai ministri del G7. Questo in nome del cambio di prospettiva. Il consesso è stato considerato un luogo chiuso». 
Invece?
«Noi lo abbiamo immaginato come evento aperto. Durerà nove giorni perché ai tre ufficiali verrà abbinata una Expo che vedrà la presenza di centinaia di imprenditori del settore della qualità, avremo le università, le forza dell’ordine e lo sport». 
Chi parteciperà?
«Avremo oltre ai 7 ministri dei paesi invitati, undici presenze ministeriali dell’Africa, i presidenti delle maggiori istituzioni italiane, 18 regioni su 20. E ancora la Consulta dei ministri dell’Agricoltura con tutti i responsabili del dicastero della storia repubblicana. Sarà un momento di confronto di alto livello». 
Ci sarà anche il tema migrazioni che sono legate alla ricerca di cibo. Cosa bolle in pentola?
«Parto dal principio che l’immigrazione è fisiologica e necessaria. Ma deve essere legale e deve rispondere a esigenza di sicurezza anche per chi arriva. Abbiamo creato un sistema di dialogo con le altre nazioni e il numero dei flussi legali è stato ampliato. Il nostro governo sta dimostrando che va bloccata l’immigrazione illegale e sostenuta quella regolare. La prima regola è che le leggi vanno rispettate».
Cosa pensa del caso Open Arms?
«La solidarietà a Salvini è piena. Dalla vicenda emerge il tentativo di chi, per ragioni ideologiche, tenta di fare della nostra nazione un luogo di sbarco di immigrati clandestina».
Passiamo all’Europa. Fitto eletto vicepresidente. Che ne pensa?
«Una vittoria. Ho sempre pensato che fino al Brennero ognuna indossa la maglia della propria squadra, dopo il confine la maglia è solo una. È un principio che abbiamo sempre rispettato. Faccio l’esempio di Maurizio Martina, è il primo vicedirettore della Fao italiano per il quale ho espresso il mio pieno sostegno. La linea è insomma sempre quella: prima gli interessi nazionali poi quelli di parte».
Parliamo di Politica agricola comune. Cosa cambierà? 
«L’Italia ha un ruolo più forte. Va riscritta in una versione che metta al centro l’agricoltore. Oggi possiamo farlo».
Torniamo alle cose di governo? Cosa pensa del caso Sangiuliano-Boccia e dell’influenza su un altro G7, quello della Cultura?
«Ho una grande stima di Sangiuliano e del suo successore Giuli. Sono convinto che il tentativo di polemizzare quando si tengono eventi di portata internazionale, e di non creare un clima sereno, sia una sconfitta per tutti. In questi casi si dovrebbe dare l’idea di un Paese unito che protegge il suo sistema economico e le sue eccellenze. Nel mio caso due colleghi ministri, Giuli appena insediato e Urso, inizialmente, per impegni istituzionali, avevano detto che non sarebbero stati a Siracusa. Mi hanno chiamato assicurandomi che ci saranno. È un segnale dell’unità». 
Il governo si è un po’ arenato su questa storia?
«Il governo è andato comunque avanti. Non c’è più niente da commentare. Per senso di responsabilità il mio auspicio è che si torni a parlare non solo di gossip ma anche di cose positive che oggettivamente emergono dai dati economici come l’occupazione e l’export agroalimentare. Parlano da soli».
Oggi si sente isolato politicamente?
«A quelli che mi dicono che sono isolato dico di venire al G7 agricoltura in Sicilia. Undici Paesi africani e tutti i ministri del G7 provano che a livello internazionale l’Italia non è isolata. Poi possono toccare con mano le imprese che con soldi loro verranno a esporre i loro gioielli che interverranno all’Expo sono associazioni ogni genere e con sensibilità diverse. Da Legacoop a Confagricoltura fino a Coldiretti. Questo è il lato positivo. Il resto è il tentativo di alcuni di raccontare un’Italia diversa da quella che in realtà è».