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Regione Puglia, nuova tegola per Emiliano: un altro appalto al fratello

Christian Campigli

La doppia morale è, da sempre, la strada maestra che la sinistra italiana percorre. Senza vergogna, senza pudore, con quell’atteggiamento di presunta superiorità morale tipico della rive gauche de noialtri. Per giorni, settimane, l’universo progressista ha crocifisso senza ritegno l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per la vicenda Boccia. Mettendo sulla pubblica gogna un uomo che, al momento, non è colpevole di alcun reato. E ha pagato tutti i conti (fino a prova contraria) di tasca propria.

Ma quando ci si arroga il diritto di sentenziare e di distribuire patenti di moralità, il medesimo rigore tenuta con gli avversari andrebbe usato anche per i propri compagni di viaggio. Un punto sul quale, il Pd continua a fare orecchie da mercante. L’ultimo caso di una lunghissima serie di difficoltà uditive è l'affaire Emiliano. E l’affidamento di alcuni appalti delle Regione Puglia all’azienda di arredamenti di proprietà della famiglia del presidente. Un caso che si sta ingrossando a vista d’occhio.

  

La prima puntata aveva riguardato una commessa di circa 41 mila euro di forniture di mobili per l'ente pubblico. Ottenuta dalla società guidata dai fratelli dell’ex magistrato. Ora è apparso anche un secondo appalto, in questo caso del valore di 36mila euro per l’acquisto di scaffalature destinate alla biblioteca della sede regionale. Una fornitura che risale al 26 agosto, a tre mesi dalla fornitura di mobili per 41mila euro. Il tutto con un affidamento a trattativa diretta.

L’azienda fondata da Giovanni Emiliano, come ricorda La Gazzetta del Mezzogiorno, conta una trentina di dipendenti ed è oggi controllata (26% ciascuno) dai figli Alessandro e Simonetta, fratelli del governatore. Il resto delle quote è diviso equamente tra il cugino Antonello Lattarulo (che ne è presidente) e il cognato (marito di Simonetta) Raffaele Palumbo. Una ditta molto conosciuta a Bari e dintorni, che si occupa di forniture e allestimenti per attività commerciali, di frigoriferi industriali e di assistenza tecnica. Alcuni anni fa in Procura giunse una lettera anonima. Si sosteneva che la Emiliano Arredamenti avesse realizzato le cucine di una società vincitrice di appalti pubblici. Le indagini condotte dalla magistratura non rilevarono nessuna irregolarità e il fascicolo fu archiviato.

«L’impudenza di Michele Emiliano ha toccato il fondo. Confidare, o meglio pretendere che qualcuno possa credere che lui non fosse a conoscenza dell’aggiudicazione ai fratelli della fornitura di arredi, avvenuta sotto il suo naso, significa chiedere ai pugliesi di credere alla fata turchina- ha evidenziato il senatore di Forza Italia e viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto - È l’ennesimo corpo a corpo di Emiliano contro il buonsenso e la logica. Un atteggiamento irrispettoso e politicamente volgare, già sperimentato in altre e ancor meno edificanti vicende, che evidentemente traccia il contorno di una modalità incredibilmente disinvolta nel condurre il proprio mandato. Ma mentire, per lo spregiudicato governatore delle Puglie conviene: tanto non gli succede mai niente».

La segreteria generale della Regione ha reso noto che il secondo appalto sarebbe stato annullato venerdì scorso. Ovvero dopo che l'affaire Emiliano è scoppiato in tutto il suo fragore. Una sorta di toppa che rischia di essere ben più evidente del buco.