ai ferri corti
Conte e Grillo verso la resa dei conti. Il leader del M5S: valuto lo stop ai contratti
Il garante non ha nessun diritto di veto, le sue esternazioni sono incompatibili con il Movimento e il suo contratto per la comunicazione è a un passo dal diventare carta straccia. Nella lettera inviata da Giuseppe Conte in risposta alla diffida di Beppe Grillo, il recente gelo tra il presidente e il fondatore M5S diventa un vero e proprio scontro che sembra giunto alla battaglia finale. "La custodia dei valori fondamentali dell’azione politica del movimento - si legge nel testo dell'ex premier - e il potere di interpretazione autentica, non sindacabile, delle norme statutarie (non voglio qui discutere la legittimità e la concreta rilevanza giuridica di tale altisonante previsione), si risolvono in una moral suasion, ma di certo non si estendono all’esercizio di un supposto diritto di veto o addirittura alla inibizione della consultazione assembleare su uno o più temi della vita del Movimento". E ancora: "Le tue reiterate esternazioni pubbliche stanno accreditando agli occhi della opinione pubblica una concezione 'dominicale' del Movimento", scrive Conte. "Queste esternazioni sono del tutto incompatibili con gli obblighi da te specificamente assunti nei confronti del Movimento con riferimento sia alla malleveria sia ai contratti di pubblicità e comunicazione - aggiunge - ciò mi obbliga a valutare possibili iniziative dirette a sospendere l’esecuzione delle prestazioni a carico del Movimento derivanti dalla malleveria, e il recesso dai contratti di pubblicità e comunicazione".
La lettera porta la data dell'11 settembre. A sei giorni prima risale, sempre via pec, la diffida nella quale Grillo chiede di fermare il processo costituente e ribadisce i tre pilastri insindacabili: ovvero la regola dei mandati, il simbolo e il nome del movimento. Passano altri quattro giorni e scoppia la battaglia finale: ieri Grillo, "irritato" dai contenuti della lettera, confidava ai suoi che "vogliono farlo fuori"; oggi incalza Conte affinché pubblichi "in tempi brevi" e sul sito del Movimento il loro carteggio; poi sulla stampa spunta la lettera al vetriolo di Conte. "Una lettera necessaria, nei toni e nei modi - spiegano in serata fonti del partito - per tutelare la comunità del Movimento 5 Stelle da una diffida che mira a sabotare il processo costituente e a imbavagliare il libero confronto nella nostra comunità". Nel c'eravamo tanto amati pentastellato, l''Elevato' diventa quindi il 'sabotatore' che "gioca sporco per trasformare il processo deliberativo in un campo minato di battaglie legali e scorrettezze", riferiscono i più vicini al presidente. E non manca, nella lettera di Conte, la frecciata contro l'ex sindaca di Roma Virginia Raggi che non ha fatto mistero di schierarsi dalla parte del fondatore: "Giro questa mia nota anche al Comitato di Garanzia - è il post scriptum alla missiva - visto che un suo Componente ti ha appena invitato pubblicamente a far pieno uso dei tuoi 'poteri' statutari". Insomma le carte tra i due leader sono scoperte, le truppe si schierano e tutto lascia pensare che sia vicina la resa dei conti finale.