Open Arms, “il pm sembrava Ilaria Salis”. La bordata di Delmastro
Il processo Open Arms e la richiesta di condanna a 6 anni per Matteo Salvini stanno scatenando la bagarre tra centrodestra e magistratura. Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, approfondisce la situazione in un’intervista al Corriere della Sera: “Spiace sentire un magistrato usare argomentazioni più politiche che giuridiche. Sembrava quasi di ascoltare Ilaria Salis. Per tutta la requisitoria più dei reati si sono scomodati crimini universali. Violazioni di diritti umani tali da non poter applicare la legge dello Stato. Se così fosse, per coerenza, andrebbe processata l’intera catena dal premier Conte al ministro Toninelli alla Guardia Costiera, cosa che non vorrei mai. Il pm non ha detto che Salvini ha agito fuori dal decreto, ma che il decreto non poteva essere applicato per diritti umani ritenuti superiori. Già la grammatica indica qualcosa al di sopra della norma”.
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Poi l’esponente di Fratelli d’Italia si sofferma sui pensieri critici sull’operato dei pm: “Esiste il diritto costituzionale ad esprimere un giudizio purché nei limiti della continenza. Un presidente del Consiglio non ha meno diritti del barista che mi ha detto lo stesso in modo più colorito. Siamo in occidente, in Europa e in Italia, l’area della democrazia e del pluralismo. Solo in Iran ci sono ayatollah che rivendicano il privilegio della assoluta insindacabilità. Salvini? L’unico Stato che ha processato le intenzioni è stata l’Urss. Anche in Iran oggi si processano i fatti. Spero e sono sicuro che non verrà condannato”. “E domani tocca a me. Salvini sarà processato per aver difeso i confini e io per aver difeso il 41 bis per i camorristi”, l’amara chiusura di Delmastro.
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