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Dossier e caso Becciu. Diddi: "Asse tra Procure sulle spiate in Vaticano"
Il fascicolo in Vaticano è aperto e stiamo valutando se chiedere un coordinamento investigativo al procuratore Raffaele Cantone. Perché ormai è certo, ed è gravissimo, che mentre noi stavamo svolgendo indagini coperte dal massimo riserbo, qualcuno seguiva illecitamente le tracce di ciò che stavamo facendo, cercando i nominativi delle persone coinvolte. Il promotore di giustizia dello Stato Vaticano, Alessandro Diddi, spiega a Il Tempo l’attività di indagine partita ormai dal marzo scorso, da quando è emerso che gli spioni dell’Antimafia avevano effettuato accessi abusivi alle banche dati sui protagonisti dello scandalo del palazzo di Londra, sfociato poi nel processo al cardinale Angelo Becciu. I nuovi atti dell'inchiesta della Procura di Perugia, infatti, ricostruiscono la vicenda, scoppiata a seguito di uno scoop del giornalista Emiliano Fittipaldi, pubblicato su L’Espresso a ottobre 2019, che rivelava di una trattativa tra la Segreteria di Stato e il finanziere Raffaele Mincione per l’acquisto del palazzo di Sloane Avenue, a Londra.
Un’operazione che gettava ombre su circa 650 milioni di fondi extrabilancio della Segreteria di Stato vaticana. Per la gestione di quei fondi il cardinale Becciu è stato 1 processato e condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione. Nello stesso periodo in cui la gendarmeria stava portando avanti le indagini, si era mosso Pasquale Striano, il finanziere a capo del gruppo Sos della Dna, finito al centro dell'inchiesta dossieraggio per aver effettuato migliaia di intrusioni illegali al sistema analisti, in concorso con l'ex pm Antonio Laudati e i giornalisti di Domani, Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine, tutti accusati di accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione del segreto.
Il Tempo, già a marzo scorso, aveva rivelato il filo rosso tra gli spioni dell'Antimafia e le trame vaticane, riportando una serie di intromissioni illecite effettuate da Striano sui protagonisti dell'affare di Londra già prima della rivelazione, da parte dell’Espresso, di «approfondimenti della magistratura vaticana» sul caso Becciu e della pubblicazione del «documento segretissimo» ottenuto, secondo quanto dichiarato poi dallo stesso Fittipaldi davanti al Tribunale della Santa Sede, da Massimo, Massinelli collaboratore di Mincione. «Una lettura successiva degli accessi effettuati da Striano», si legge nelle nuove carte dell'inchiesta di Perugia, «fornisce di certo una chiave di lettura delle possibili ragioni che possono aver indotto Striano ad effettuare gli stessi, che pure effettivamente risultano essere stati eseguiti da Striano in data antecedente alla pubblicazione degli articoli». I nuovi elementi raccolti dagli inquirenti di Perugia ora potrebbero suscitare l’interesse degli investigatori vaticani e dare slancio al fascicolo parallelo dei magistrati del Papa.