telenovela

Boccia, la verità sulla fuga: voleva accusare Arianna Meloni ma senza prove

Marco Zonetti

In poche ore Bianca Berlinguer e Mediaset, con un'operazione di scrupoloso giornalismo, hanno leso la sicumera di Maria Rosaria Boccia intaccandone la credibilità. Solo martedì mattina, l'imprenditrice si accingeva a partire con la consueta spavalderia alla conquista di È sempre Cartabianca, talk di Rete4 che avrebbe dovuto ospitarla per ascoltare ulteriori scampoli della sua «verità». Peccato però che, giunta negli studi due ore prima, truccatissima, pettinatissima e «vestita per uccidere» in total black, abbia poi dato forfait andandosene alla chetichella poiché, a suo dire, conduttrice e redazione «non erano sufficientemente informati dei nuovi sviluppi della storia». Riservandosi di tornare martedì prossimo.

 

  

Quindi, ieri mattina, la nostra ha raccontato sui social che l'intervista avrebbe dovuto essere divisa in due blocchi, il primo occupato dall'intervista con Berlinguer per ricostruire il caso e il secondo – che Boccia sostiene voluto da lei – dedicato al confronto con alcuni giornalisti. Dopodiché, sempre su Instagram, ha dichiarato di aver «subito percepito chiaramente che non c'era l'intenzione di ascoltare la verità, ma piuttosto di trasformare il tutto in un dibattito politico e in gossip». E addirittura di essere «stata trattenuta nel camerino alla insistente e reiterata volontà di farmi partecipare alla trasmissione e quindi contro la mia volontà avendo dichiarato subito la volontà di andare via». All'accusa lunare di aver trattenuto l'ospite con la forza, Bianca Berlinguer ha risposto per le rime sul profilo social del programma rivelando che, fin dal giorno prima dell'intervista, nel concordare i termini della sua partecipazione: «Maria Rosaria Boccia sollecitava che le venissero comunicate per iscritto le mie domande, richiesta che non abbiamo mai accolto per nessun ospite».

 

A quel punto Berlinguer ha inviato una sintesi dei temi generali che avrebbero trattato nel faccia a faccia, precisando che sarebbero stati gli altri giornalisti (De Gregorio, Chirico, Sallusti e Scanzi) a decidere quali domande rivolgerle. Bianca precisa: «Quando ci siamo incontrate ho confermato che, da parte mia, non ci sarebbe stata la minima preclusione nei confronti di qualunque notizia o "verità" che lei avesse voluto raccontare». Poco prima della messa in onda, Boccia ha mostrato la trascrizione, da lei realizzata, di un presunto colloquio tra Gennaro Sangiuliano e la moglie, in cui l'ex ministro avrebbe negato una sua relazione intima con Boccia. «Questo» spiega Berlinguer, «insieme alle ipotesi sul fatto che la sua mancata nomina a consulente del Ministero fosse dovuta o alla preoccupazione per un eventuale conflitto d'interessi o alla pressione della moglie di Sangiuliano o alle carenze del suo curriculum o infine all'intervento di Arianna Meloni».

 

Al che Bianca Berlinguer ha chiesto a Boccia quali prove potesse addurre a conforto di simili affermazioni, solo per sentirsi accusare di non essere preparata sulla sua storia e che tra loro non ci fosse il feeling necessario. Oltre che di essere interessata solo al gossip e al pettegolezzo politico, anziché alle «verità» non ancora rivelate che avrebbe voluto raccontare.
Quanto all'insinuazione di averla trattenuta in camerino contro la sua volontà, Berlinguer sentenzia: «C'è solo da sorriderne. In trentacinque anni di professione non mi ero mai trovata in una situazione simile e da questo momento non intendo più replicare alle affermazioni di Maria Rosaria Boccia».

 

Quest'ultima, rivolgendosi a Berlinguer sui social, ha però rintuzzato: «Dica la verità! Lei mi ha chiesto di Arianna Meloni e della nomina. Io le ho risposto che sapevo dell'esistenza di un colloquio tra Sangiuliano e Arianna Meloni ma non che fosse stata lei a bloccare la nomina». Concludendo: «Le ricordo che è stato l'unico momento del mio racconto dove ha sorriso per ben due volte (compiaciuta) ed era concentrata». Una controreplica piuttosto blanda rispetto alle obiezioni di Bianca, riuscita in una manciata di battute a evidenziare tutta l'evanescenza delle argomentazioni dell'imprenditrice campana. Era ora.