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Liguria, l'ultimatum di Renzi: “Soli se restano i veti”. Caos su Orlando

Edoardo Romagnoli
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La partita in Liguria è ancora aperta e potrebbe riservare delle sorprese. Mentre Andrea Orlando cerca di tenere insieme i pezzi di un campo largo, forse troppo, l’esercizio dei veti incrociati continua senza sosta. Fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi è un continua botta e risposta, con il primo che accusa il leader Iv di essere «un affarista» che ora cerca di entrare nel business del litio e il secondo che replica «non stai benissimo» e lo sfida a un confronto tv o nelle aule dei tribunali. Le resistenze anti-Renzi si registrano anche fra i dem. Per questo l’indiscrezione che circola dentro Italia Viva è che se Orlando non rimuoverà i veti in tempi brevi sono pronti a correre da soli. Il nome del candidato già ci sarebbe ma è ancora coperto dal massimo riserbo perché la speranza è che l’operazione campo largo vada in porto.

 

 

Di sicuro c’è che l’idea di Schlein dell’«ingresso silenzioso» di Italia Viva dentro la coalizione non è percorribile. L’obiettivo era quello di far dimettere l'assessore «renziano» Mauro Avvenente dalla giunta Bucci a Genova perché, come ha ribadito Schlein, «non si può stare con un piede in due scarpe» e far entrare il partito dell’ex premier nel campo largo senza però includere il simbolo di Italia Viva nel logo della coalizione. Una soluzione che non è piaciuta agli alleati. Quindi adesso la questione è: o Renzi entra a pieno titolo o rimane fuori dalla porta. Nessun escamotage. Orlando ha assicurato che stanno «lavorando» stanno «discutendo sulle questioni della coalizione. Quello che sappiamo è che ci sarà sicuramente una solida componente di centro nella coalizione, la sua fisionomia verrà definita nelle prossime ore, ma intanto sappiamo che si andrà in quella direzione». Chi ha già sciolto le riserve è il Partito socialista italiano che ha annunciato l’appoggio al centrosinistra. «Il Psi è pronto a sostenere i cinque punti per l’alternativa a questo governo di destra, illustrati dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, alla festa dell’Unità. Si vada avanti sulle cose da fare e senza la logica dei veti e dello scontro personale. In Liguria siamo convinti sostenitori del candidato presidente Andrea Orlando. Stiamo lavorando per presentare una lista riformista in suo sostegno, che coinvolgerà anche forze civiche presenti sul territorio ligure ed altri partiti» ha dichiarato il segretario del Psi Enzo Maraio.

 

 

La campagna elettorale è appena iniziata ma i toni sono già accesi. Orlando ha attaccato il sindaco Bucci: «Per Bucci ho fatto solo il ministro? Non è proprio trascurabile... Mi dispiace che Bucci, in così poco tempo, abbia assunto i vizi della politica di questo tempo e sta trasformando la campagna elettorale in un momento di aggressione all’avversario». Poi, rispondendo ai cronisti, ha spiegato: «Che avversario preferirei? Io non preferisco nessuno, ho solo detto che a seconda di chi sarà il candidato del centrodestra sarà una campagna diversa». Già il candidato del centrodestra. Sembrava ormai tutto fatto per Ilaria Cavo, la fedelissima di Toti, ma poco a poco le cose si sono arenate. Il suo nome resta ancora nella rosa dei papabili insieme al viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Edoardo Rixi e Pietro Piciocchi, vicesindaco di Genova e assessore ai Lavori pubblici, nome gradito in particolare alla Lega e che potrebbe godere anche del sostegno di Fratelli d’Italia se i sondaggi dovessero confermare un alto consenso. Il «problema» della Lega è che se alla fine la coalizione del centrodestra decidesse di puntare su un esponente del Carroccio, quasi automaticamente a Fratelli d'Italia e Forza Italia toccherebbe il candidato governatore in Veneto. Una prospettiva che a via Bellerio non piace.

 

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