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Dossieraggio, nel 2022 Draghi traballa e parte il blitz: Crosetto nel mirino degli “spioni”

Rita Cavallaro
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Il pool di spioni aveva preso di mira Guido Crosetto e il partito di Fratelli d’Italia già prima che cadesse il governo Draghi. Striano & Co si erano mossi in quelle settimane in cui il clima politico si era arroventato, dopo che Giuseppe Conte aveva aperto la crisi e poneva veti sul governo di larghe intese. In quel momento Giorgia Meloni, l’unica all’opposizione, aveva cominciato a chiedere le elezioni anticipate e il padre fondatore di Fratelli d’Italia ritornava ad avere un ruolo centrale nel partito, che vedeva in Crosetto una figura di garante istituzionale in grado di poter determinare la crescita e assicurare un ruolo centrale a Fdi. Proprio in quelle settimane, il verminaio dell’Antimafia cercava il modo di colpire Crosetto. Tanto è vero che, nelle nuove carte dell’inchiesta dossieraggio, il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, sottolinea che prima di quegli articoli sospetti con le cifre dei compensi che avevano portato il ministro della Difesa a presentare l’esposto, il finanziere Pasquale Striano aveva già effettuato due intrusioni illecite al sistema analisti per spiare Crosetto in piena crisi di governo Draghi, caduto il 21 luglio 2022. E quelle informazioni riservate, carpite da una delle due Sos consultate dallo spione, «risultano presenti», sottolinea Cantone, in un articolo pubblicato il 28 luglio 2022 sul quotidiano Domani, dal titolo "Tutti gli affari di Crosetto", a firma Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian.

 

 

Si legge nelle carte: «Dalla analisi dei file di log è emerso, infatti, che Striano aveva effettuato tutta una serie di accessi in date antecedenti all’uscita del predetto articolo». Nella richiesta di misura cautelare avanzata dal procuratore nei confronti di Striano e dell’ex pm della Dna Antonio Laudati, vengono riportati i due accessi ritenuti illeciti ed effettuati dal finanziere il 27 giugno e il 12 luglio. Il primo, che non ha portato a nulla, riguarda un bonifico effettuato dalla deputata di FdI, Ylenja Lucarelli, in favore del partito. Il secondo, invece, avrebbe dato i suoi frutti. È un’intrusione illecita su Giancarlo Innocenzi Botti, ex manager Mediaset, già deputato di Forza Italia nel primo governo Berlusconi e poi sottosegretario nel secondo esecutivo del Cavaliere. L’interesse di Striano per Innocenzi Botti, tra i 300 politici e vip spiati, era rimasto ignoto prima dei nuovi accertamenti. Ma ora gli investigatori hanno unito i puntini, alla luce delle informazioni contenute nell’articolo, che ha tra gli autori Tizian, indagato insieme ai cronisti Nello Trocchia e Stefano Vergine per accesso abusivo e rivelazione del segreto in concorso con Striano.

 

 

L’inchiesta ripercorre gli affari di Crosetto, all’epoca presidente dell’Aiad, puntando su un presunto conflitto di interessi per una società, nata in piena emergenza Covid, in cui il figlio Alessandro era socio, mentre il rappresentante era appunto Innocenzi Botti, «finito nel mirino dell’antiriciclaggio per una serie di operazioni bancarie ritenute sospette», si legge nell’articolo, in cui si fa riferimento alla regolarizzazione di alcuni fondi dall’estero e alla vendita di una casa a Miami. Proprio le informazioni contenute nella Sos che Striano apre il 12 luglio, nonostante fosse già stata controllata dai finanzieri del Nucleo Economico Finanziario di Roma, i quali l’avevano chiusa il 4 maggio dello stesso anno con esito negativo, non trovando alcun profilo di interesse investigativo.

 

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