stabilità

Caso Sangiuliano, Meloni assicura: "Non indebolirà il governo. Fatto privato"

"Se qualcuno pensa che questioni come queste possano indebolire il governo, temo che non accadrà. Si è dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo ministro". Giorgia Meloni si rivolge alla platea di Cernobbio con un messaggio all’insegna della stabilità. Per rassicurare il mondo dell’impresa sulla tenuta del governo. "Intendo fare il mio lavoro, intendo farlo bene e fino alla fine della legislatura", ha scandito la premier dal lago di Como, dopo aver lasciato a Roma l'eco del caso Sangiuliano, che archivia come un "fatto privato". Difende ancora l'ex titolare di via del Collegio Romano: "si è dimesso ma non ci sono illeciti commessi dal ministro". Spiega la sua esitazione di fronte alle dimissioni, messe sul tavolo una prima volta martedì. Quindi contrattacca: "C'è stata una forte campagna mediatica che ha trasformato una questione privata in un fatto pubblico. È un precedente al quale non intendo prestarmi, ed è la ragione per la quale inizialmente non ho accettato le dimissioni" del ministro Sangiuliano. "Le ho accettate - continua la premier - quando le ha presentate come irrevocabili perché voleva liberarsi dalla condizione di ministro perché capiva, come capisco io, che l'autorevolezza del governo non poteva continuare a essere sottoposta a questa pressione mediatica".

 

  

 

 

Le domande del direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, sollecitano la premier sulla stretta attualità. Quando viene interpellata sulle parole di Maria Rosaria Boccia a lei rivolte ("Non si può rivendicare la dignità di una donna, offesa nei sentimenti, a fasi alterne"), la premier cambia tono della voce, mostrandosi un po' infastidita e dalla platea di Villa d'Este si leva qualche "Basta". Quindi Meloni risponde all'impreditrice campana, sul cui ruolo al ministero della Cultura si è creato il caso che ha messo a dura prova il governo, e la sua pazienza. Ancora una volta non la nomina: "Non credo di dover battibeccare con questa persona. Ma lo dico per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda come l'ho guardata io. La mia idea su come una donna debba guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposto di quella che ha questa persona". Come in match, la replica non tarda: “Vedo è una donna pronta allo scontro - scrive Boccia via social - che affronta la situazione con la forza di un pugile” ma “non vede di aver sferrato un colpo al vento, senza intaccare la verità. Metta da parte i guantoni: sono la gentilezza e le carezze ciò di cui c'è bisogno".

 

 

 

Per Meloni però ora la questione è chiusa, sarà un fatto privato, con gli strascichi che riterranno - Sangiuliano ha annunciato l’intenzione di procedere a suon di querele - tra due privati cittadini. Si parla del ruolo dell’Italia in Ue. E qui la premier si toglie un sassolino dalla scarpa: “Non è dignitoso sostenere che poiché FdI non aveva votato per il rinnovo, von der Leyen se lo sarebbe segnato al dito e non avrebbe riconosciuto all'Italia il ruolo che merita. Se fossi von der Leyen mi arrabbierei molto”. E della guerra in Ucraina, dopo l'incontro con il presidente Zelensky: “Non dobbiamo mollare. Penso che abbiamo fatto la cosa giusta, sia moralmente che nell'interesse nazionale italiano”. Infine di manovra: con un messaggio che la premier ripete da giorni: "La stagione dei bonus e dei soldi buttati dalla finestra è finita. Ci sono pochi soldi? Non si possono sperperare". Quindi sarà focalizzata sulle “priorità che danno il moltiplicatore maggiore. Imprese che assumono, salari, difesa del potere di acquisto, salute e natalità". Meloni che su questo si gioca il futuro. E infatti si concede una battuta a denti stretti: "guido il nono governo più longevo della storia, se arrivo a Natale sarà il sesto". "A Pasqua? Devo ancora fare i conti perché sono scaramantica".