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“Sangiuliano sotto ricatto”. Boccia attacca ancora e accusa “un'altra donna”. Chi c'è dietro il golpe rosa

Tommaso Manni
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Maria Rosaria Boccia non si ferma e passa al contrattacco. La presunta “super-consulente” risponde al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che in un’intervista rilasciata al Tg1, ammette di aver avuto una relazione con la donna, ma di non averle mai conferito alcun incarico, come invece la 41enne ha detto e scritto per giorni. «Durante questa vicenda – scrive la donna in un post Facebook – ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. Ho scelto di parlare solo quando il vaso delle menzogne era ormai colmo, limitandomi a contestare le falsità per difendere le verità. Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo, il potere ha spinto il ministro alle dimissioni per poi respingerle, all’interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale». La 41enne, dunque, ammette come non sia stata lei l’artefice delle pressioni, ma altri che, «con mentalità meschina», avrebbero provato a sfruttare una vicenda umana, che sta avendo ripercussioni innanzitutto su di lei. «La stampa – spiega nel suo sfogo - mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, una che si vuole accreditare, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante consolatrice, badante e un amore culturale. Ma chi ha fatto davvero gossip: io, lui o l’altra persona». La domanda spontanea, pertanto, è la seguente: a chi si riferisce?

 

 

Voci di palazzo parlano di un’accesa rivalità nel Collegio Romano. Se c’è una donna, dicono a quelle latitudini, che non ha mai amato la 41enne di Pompei, è Narda Frisoni, capo segreteria del ministro, la stessa dirigente che le avrebbe mandato i famosi biglietti, che tanto clamore hanno scatenato, perché pagati dallo Stato. Ragione per cui a più di qualcuno sarebbe sorto un dubbio: sarebbe stato il ministro a ordinare l’invio di quella mail con le carte d’imbarco o sarebbe stato un piano più articolato da parte di chi, essendo a conoscenza dell’infatuazione, voleva sfruttarla per secondi fini? A nessun braccio destro conviene silurare il capo, ma è chiaro come in tutta questa vicenda c’è qualcosa che non è emerso. Le ipotesi potrebbero essere molteplici: una guerra tra donne, una vendetta, un amore non corrisposto e chi ne ha più ne metta. Una cosa è certa, come dimostrano gli scatti da lei pubblicati, la bionda Maria Elena, nei palazzi capitolini, non era sconosciuta. Anzi, aveva più di qualche amico sia tra i politici che tra i vip, i tecnici e chi ogni giorno si occupa di moda, cinema, concerti e quant’altro.

 

 

Stesso discorso vale per un passato, che nella sua comunità, nel bene o nel male, ha fatto parlare e non poco. Ha fatto discutere, ad esempio, il rapporto che la Boccia avrebbe avuto con Aliberti, sindaco di Scafati, che tra l’altro l’avrebbe lanciata in politica nelle file di Forza Italia. A essere indignata per quanto sta accadendo, la stessa famiglia della donna, che ha una ventennale storia commerciale, come rilevato dalla stessa nell’intervista esclusiva, rilasciata al quotidiano «La Stampa. Nel confronto esclusivo, infatti, lascia chiaramente intendere come non aveva bisogno del ministro alla Cultura per sbarcare il lunario e piuttosto siano altre «persone, che hanno avuto agevolazioni, a ricattare Sangiuliano».

 

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