caso boccia

Sangiuliano si dimette: "Ringrazio Meloni per avermi difeso". Giuli nuovo ministro

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si dimette. Lo fa con una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ne prende atto e subito dopo propone al capo dello Stato, Sergio Mattarella, la nomina del nuovo ministro Alessandro Giuli, che in serata giura al Quirinale. Si chiude così una vicenda che, nel corso dell'ultima settimana, ha visto Sangiuliano protagonista delle cronaca e della polemica politica, in uno stillicidio di rivelazioni e botta e risposta con la sua mancata consulente, Maria Rosaria Boccia, con la quale l'ormai ex ministro ha ammesso di aver avuto una relazione.

La mancata trasferta della premier a Verona per il G7 Parlamenti è già un segnale. Ma la situazione precipita nel pomeriggio. Nei palazzi si rincorrono i rumors di un pressing su Sangiuliano affinché faccia un passo indietro, per porre fine a una situazione divenuta insostenibile. In un'intervista a La Stampa, Boccia torna ad attaccare la premier Meloni ("Non si può rivendicare la dignità di una donna, offesa nei sentimenti, a fasi alterne") e lo stesso Sangiuliano, rivelando di aver "fatto anche trasferimenti personali" con lui e di aver registrato tutto da un certo punto in poi "perché il ministro mi ha detto una frase che mi ha colpito molto. Ha detto: 'Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l'istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai'". Quindi conferma che il ministro è sotto ricatto - perché "ho ascoltato conversazioni e letto messaggi di persone che a mio avviso lo hanno ricattato", anche "direttori di settimanali" - e si prepara a una nuova ospitata in tv su La7 in serata, in cui invece dirà di aver "votato convintamente Giorgia Meloni, e il ministro lo sa benissimo. La stimo, la apprezzo e secondo me è una donna in gamba". E assicura: "non sono contenta" delle dimissioni, perché "lui meritava quel posto. È una persona molto competente, secondo me è anche una brava persona. Si è trovato in una situazione che non ha saputo gestire. Mi dispiace tantissimo", ma comunque se Sangiuliano "avesse detto la verità, non sarei qui. Ho solo rettificato le bugie del ministro. E continua a farlo, purtroppo. Se sono una spia? Assolutamente no. Non spiavo il ministro, io lavoravo con il ministro".

  

Il tutto accade mentre la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti decide di aprire un'istruttoria e in via del Collegio Romano, sede del dicastero, Sangiuliano riceve il suo avvocato che annuncia: "Denunceremo Boccia" e "il Ministro non ha nulla da temere", perché "non ci sono prove che il ministro sia ricattato". Continuano intanto a piovere dichiarazioni e ironie degli esponenti di opposizione che insistono per le dimissioni. Sembra troppo, e infatti lo è. A Palazzo Chigi cresce l'attesa per l'arrivo imminente del ministro. Ma ad arrivare, invece, è la sua lettera a Meloni con cui annuncia che "dopo aver a lungo meditato, in giornate dolorose e cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico mediatico, ho deciso di rassegnare in termini irrevocabili le mie dimissioni". Sangiuliano ringrazia la premier "per avermi difeso con decisione, per aver già respinto una prima richiesta di dimissioni e per l'affetto che ancora una volta mi hai testimoniato". Ma confessa di aver "bisogno di tranquillità personale, di stare accanto a mia moglie che amo, ma soprattutto di avere le mani libere per agire in tutte le sedi legali contro chi mi ha procurato questo danno".

La presidente del Consiglio sale al Colle dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che firma il decreto con il quale vengono accettate le dimissioni rassegnate da Sangiuliano e viene nominato nuovo ministro della Cultura Alessandro Giuli. Poi, in una nota, Meloni ringrazia Sangiuliano "sinceramente" per "lo straordinario lavoro svolto finora", definendolo "una persona capace e un uomo onesto". Con Giuli, attualmente presidente della Fondazione Maxxi, "proseguirà l'azione di rilancio della cultura nazionale - aggiunge - consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto".