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Sangiuliano riaccende la mania per l’esposto di Bonelli. L’ossessione del “verde”

Christian Campigli

Dillo alla mamma, dillo all'avvocato, recita il meme più cult della rete, quello col quale Luis Sal scherzava il suo ex collega Fedez. Un tormentone che si adatta a meraviglia ad Angelo Bonelli e alla sua autentica mania di presentare esposti ogni tre per due. L'ultimo, ma solo in ordine di tempo, è quello contro il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. L'ecologista ha una specie di ossessione, della quale si vanta anche. In un'intervista rilasciata qualche tempo fa al Corriere della Sera, baldanzoso gonfiava il petto, ribadendo di essere "il re degli esposti". Dal suo punto di vista una strategia politica efficace, la dimostrazione "che io studio i dossier". Per molti suoi colleghi, anche di sinistra, una pratica svilente per il Parlamento e che sottintende una malcelata difficoltà al confronto e alla dialettica. 

 

  

 

"Ho consegnato al posto di polizia di Montecitorio un esposto che riguarda la vicenda Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia. Siccome la premier Giorgia Meloni difende l’indifendibile ancora una volta non rimane che rivolgermi all’autorità giudiziaria". Come dire, visto che la politica non va nella direzione che voglio io, mi rivolgo ai giudici. Un po' come quando, da bambini, chi portava ai giardini il pallone giocava in attacco e mai in porta. "Riguardo alla bulimia di esposti che ha sempre Bonelli, volevo sapere se oltre a quello sul caso del ministro Sangiuliano, avesse con sé anche un altro esposto, per esempio sulla chiave che Franceschini ha ricevuto dal comune di Pompei e che, da quanto abbiamo saputo, si è tenuto a casa? - si è chiesta la senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli -. Voglio capire se ci sono due pesi e due misure". 

 

 

Bonelli ha presentato esposti contro una buona parte dei pezzi da novanta di questo governo: da Salvini fino a Delmastro, senza dimenticare Lollobrigida e Pichetto Fratin. E poi la vicenda legata alla diga di Genova, la (presunta) censura in Rai, la strage di Cutro e la mancata tassazione sugli extra gettiti delle società energetiche (correva l'anno 2022). Andando più a ritroso nel tempo, nel lontano 2002, quando Bonelli era consigliere regionale nel Lazio, denunciò possibili incongruenze relative all'Hotel Circe, a Terracina. Ma l'episodio certamente più grottesco è legato alla cavalleria rusticana con Nichi Vendola, all’ombra dell’Ilva. Una denuncia che diede il via (Bonelli ne è convinto) all'inchiesta tarantina "Ambiente svenduto". In primo grado, nel 2021, Vendola è stato condannato a tre anni e mezzo per concussione aggravata. A dicembre, per acclamazione, lo stesso Vendola è diventato il nuovo presidente di Avs. Un discreto smacco, per il buon Bonelli.