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5Stelle, Grillo attacca Conte: o lui o me. E non molla nome e simbolo

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Guerre stellari nel Movimento tra le visioni - e fazioni - opposte di Beppe Grillo e Giuseppe Conte. Il cofondatore del M5s arriva a Roma - che lascerà presumibilmente stasera - e sui social tuona contro chi vuole ’sovvertire' alcuni principi che con Gianroberto Casaleggio aveva messo alla base del suo ’non partito'.  Grillo sarebbe arrabbiatissimo per la piega che stanno prendendo le cose con la guida del Movimento nelle mani di Giuseppe Conte, con il quale - rilevano fonti qualificate - oramai si è alla resa dei conti e senza possibilità alcuna di conciliazione.

Il simbolo e il nome del Movimento sono di Grillo e lui comunque se li terrà (anche se le ’controparti' ricordano che il simbolo e il nome sono dell’associazione e contrattualmente il garante vi ha rinunciato, come ha già detto il coordinatore dell’area legale del M5s, Alfonso Colucci in un’intervista di pochi giorni fa, da qui la prospettiva che si arrivi a discuterne a carte bollate in tribunale.

Tenere simbolo e nome per fare che cosa? Al momento non è dato saperlo con esattezza e c’è chi immagina che possa anche «archiviarli» nell’attesa di decidere se ’ricominciare' o se mollare quello che a suo dire oramai è diventato un partito come gli altri, che non ha più nulla a che vedere con gli esordi del M5s, perché - spiegano alcuni attivisti - ne tradisce i principi. Un fatto è certo: per il garante i fondamentali non si toccano e se si dovesse prospettare l’ipotesi di tornare nell’agone delle competizioni elettorali, sarà su quella base che si procederà, peraltro con un nome e un simbolo che valgono molto di più del ’partito di Conte'. 

«In una riunione Gianroberto (Casaleggio ndr) ci disse il Movimento ha delle regole, senza rispettarle, una volta entrati in Parlamento, diventerete voi i principali nemici di voi stessi. E la storia si è avverata», racconta un’altra fonte. «Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso e non da politici di professione. La seconda è quella di Giuseppe Conte», scrive Grillo.

Al momento non risulta che il garante nella sua due giorni romana abbia incontrato alcun politico targato M5s del nuovo corso contiano. Grillo precisa: «Il Movimento, come sapete, è nato dall’idea che Gianroberto ed io abbiamo avuto di creare una forza politica diversa, un’alternativa ai partiti tradizionali, ormai incrostati da decenni di politici zombie, più attenti ai propri interessi che a quelli dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Sapevamo fin dall’inizio che il pericolo di cadere nello stesso tranello incombe su ogni forza politica, perché ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro, sacrificando l’interesse collettivo (...). Proprio per questo, Gianroberto ed io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili. Per questo, quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni». 

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