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Sangiuliano-Boccia, la sinistra continua l'assalto tra question time ed esposto

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«Spiace ministro, ma non te la cavi così», scrive sui social il capogruppo del M5s alla Camera Francesco Silvestri. L’intervista al Tg1 di Gennaro Sangiuliano non sembra aver scalfito la determinazione delle opposizioni a vederci chiaro nell’affaire del ministro della Cultura con Maria Rosaria Boccia. «Nella ricostruzione del ministro c’è qualcosa che non torna», sostiene Angelo Bonelli, che stamattina ha depositato al posto di Polizia della Camera un esposto alla Procura di Roma chiedendo di fare luce sull’ipotesi di reato di peculato e rivelazione di segreto d’ufficio. «Ho visto l’imbarazzante intervista di Sangiuliano, non deve chiedere scusa alla Meloni e alla moglie ma agli italiani», spiega il leader dei Verdi aggiungendo: «Lui dice che le prenotazioni le ha fatte lui ma la Boccia ha pubblicato la mail del capo segreteria del ministro con le carte di imbarco dei voli aerei fatte dalla segreteria del ministero. Sono stati ospiti di amministrazioni locali e organizzazioni che ricevono denaro pubblico: a che titolo invitavano la Boccia? Per la relazione con il ministro? Dubito. O pensavano che si trattasse di un membro dello staff del ministero? Il ministro non ha risposto ed è evidente la fragilità della sua ricostruzione».

 

 

Ma non è solo con le carte bollate che l’opposizione si sta muovendo. L’altro fronte, infatti, è quello per portare il caso alle Camere. «Il ministro ha il dovere di riferire in Parlamento tutti i dettagli di questa torbida vicenda», dice la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi. I dem, tra l’altro, si concentrano sugli aspetti legati alla sicurezza del G7 Cultura. «Secondo quanto riportato dalla stampa, il suo nome sarebbe addirittura presente in un report della polizia sui partecipanti a un sopralluogo sulla sicurezza e la logistica del G7 Cultura. A che titolo avrebbe partecipato e chi l’ha autorizzata?», sottolinea ancora Manzi. Una prima finestra utile per ’parlamentizzare’ il caso Sangiuliano-Boccia c’è già la prossima settimana, mercoledì, con il Question time della Camera. Al momento ancora non risulta depositato un Qt specifico su questo tema, ma gli uffici tecnici delle opposizioni sono tutti al lavoro e una interpellanza di un gruppo di opposizione è data come molto probabile. Altro discorso, però, è se poi sarebbe lo stesso ministro della Cultura a rispondere a Montecitorio. Anche per questo i partiti di opposizione non hanno intenzione di mollare la presa tenendo aperti tutti i fronti e percorribili le varie opzioni.

 

 

«La Meloni deve rendere conto in Parlamento dell’operato del suo ministro, deve spiegare perché ha rifiutato le dimissioni del ministro», è la linea di Avs con il capogruppo al Senato Peppe De Cristofaro. Per un coinvolgimento della premier è anche Italia viva: «Dal momento che Giorgia Meloni ha riconfermato Sangiuliano, la presidente del Consiglio deve venire in Parlamento e spiegare perché lo ritiene adeguato al suo ruolo», dice il capogruppo al Senato Enrico Borghi. I gruppi parlamentari hanno la consapevolezza che per aprire un vero dibattito in aula sul caso Sangiuliano servirebbe una mozione di sfiducia ’ad personam’, ma questa ipotesi al momento pare ancora sullo sfondo. «La storia politica anche recente ci insegna che per cementare un ministro inadeguato il sistema migliore è presentare una mozione di sfiducia - ha spiegato su La7 Ettore Rosato, di Azione -. La maggioranza non manderà mai via un ministro sotto la pressione dell’opposizione. Al contrario. Questo non significa non fare una opposizione durissima al ministro Sangiuliano, incalzarlo tutti i giorni anche chiamandolo in aula a rispondere di cosa fa o di cosa non fa al suo ministero».

 

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