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Caso Boccia, la verità di Sangiuliano: "Mai discusso questioni di sicurezza"

«Non ho alcuna difficoltà a riferire lo svolgimento dei fatti, nè tantomeno potrei avere qualche interesse a nasconderli. Non posso però esimermi dal rappresentare con tutta franchezza il mio grande rammarico per una vicenda che, senza responsabilità alcuna, ha profondamente turbato la vita di tante persone, oltre che la mia». Si chiude così la lettera di Gennaro Sangiuliano al direttore de La Stampa sul caso Boccia, prendendo spunto, spiega, dalla «foto della riunione al ministero del 15 agosto nella quale la dottoressa Maria Rosaria Boccia viene confusa con una direttrice generale del ministero», per «fare chiarezza». «Rispetto a una innegabile tempesta mediatica che mi ha investito negli ultimi giorni, e all’interno della quale si fa fatica a distinguere autentiche fake news dai fatti reali che pure vanno ricondotti in una giusta dimensione - osserva allora il ministro della Cultura - ritengo opportuno fornire la mia versione soprattutto sugli elementi di rilevanza pubblica».

Sangiuliano osserva allora che aveva «maturato l’intendimento di conferire alla dottoressa Boccia l’incarico, a titolo gratuito, di consigliere del ministro per i grandi eventi», avendo potuto «constatare le competenze professionali e organizzative della stessa anche attraverso la sua partecipazione a iniziative pubbliche a cui ho preso parte. Un incarico, lo ribadisco, sempre prospettato a titolo gratuito». «Dopo la prima fase istruttoria, accogliendo alcune perplessità del Gabinetto sulla possibilità, ancorché meramente potenziale, di situazioni di conflitto di interessi, ho deciso di non dare corso alla nomina e l’ho comunicato formalmente», spiega il ministro che fa rilevare anche come «non è la prima volta che il ministero della Cultura, come altre istituzioni, non proceda a nomine che pure erano state istruite. È accaduto in questo caso come in altri e non sono in discussione i requisiti curriculari della dottoressa Boccia che - afferma -sussistevano e sussistono».

  

 

 

 

«In questo tempo - precisa ancora Sangiuliano - la dottoressa Boccia non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi. Ritengo importante sottolineare che mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia». Quanto alla preparazione del G7 Cultura «trovo necessarie alcune puntualizzazioni», aggiunge il ministro della Cultura segnalando, tra l’altro, che la sua visita al Parco Archeologico di Pompei «non è stato un sopralluogo avente ad oggetto il G7» e che, sempre a proposito di Boccia, «in ogni caso le occasioni in cui è stata presente non avevano affatto carattere istituzionale e nemmeno in senso lato di istruttoria del G7». «Mai - chiarisce - si è discusso di questioni di sicurezza che, tra l’altro, non attengono al ministero della Cultura ma alle istituzioni preposte, Prefettura e Questura».