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Dossier, spionaggio continuo. Gasparri: "Bene Cantone, ora andiamo avanti"

Edoardo Sirignano

«Il caso Striano non sarà archiviato. Non stiamo parlando di un signore impazzito, ma di una Procura Antimafia colabrodo, di una struttura dello Stato che, pur avendo funzioni delicatissime di lotta alla criminalità e al terrorismo, è diventata protagonista di una vicenda drammatica». A dirlo Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia in Senato e componente della commissione che si sta occupando dell’inchiesta “dossieraggi”.

Rispetto a tutto ciò come agirà la bicamerale di cui fa parte?
«Se ne è occupata, con un primo giro di audizioni. Essendoci, poi, un’iniziativa dell’autorità giudiziaria, l’abbiamo rispettata. Sbagliato, però, parlare di inerzia. Fino a quando non avremo un quadro chiaro della situazione, andremo avanti».

Cosa, intanto, vi ha sorpreso?
«Il fatto che il Gip abbia rifiutato la richiesta di arresto per Striano e Laudati, presentata da Cantone. Attendiamo con curiosità le decisioni del tribunale del Riesame, di fronte al quale la Procura umbra ha fatto ricorso. Il 23 settembre sarà una data cruciale».

 

  



Tale responso condizionerà la vostra attività?
«Un conto è l’iniziativa della magistratura, altro è il lavoro della commissione, come ben chiarito da Colosimo. Bene l’invio di carte da parte di Cantone. Siamo, a mio avviso, di fronte al più grave scandalo del Dopoguerra».

Su quali aspetti i nuovi documenti possono aiutare a fare chiarezza?
«Bisogna tener conto della “culpa in vigilando”, cioè quando una persona responsabile di una struttura non vigila. Nei giornali, ad esempio, c’è il direttore responsabile, che viene chiamato così perché risponde a quanto viene pubblicato, anche se non l’ha letto o non era presente in redazione. Non può dire non lo sapevo».


Questione già sollevata, intanto, è la presunta incompatibilità di De Raho come vicepresidente della Commissione.
«Non può svolgere questo ruolo chi è stato procuratore nazionale quando sono accaduti questi episodi o meglio chi, come emerso nelle audizioni, ha emesso un giudizio di valutazione su Striano, essendo distaccato presso di lui. Non voglio trarre conclusioni affrettate, né dire che fosse d’accordo con lui, ma voglio capire cosa è successo, se e perché non si è accorto di nulla».

 

 


Sono mesi che denuncia questo conflitto d’interessi e nessuno ha mosso un dito...
«Una vergogna assoluta. Appartiene, purtroppo, a una casta di intoccabili che decide per sé stessa e gli altri. Trovo questo comportamento spiacevole e inaccettabile».

Cosa si aspetta dal tribunale del Riesame?
«Nulla di clamoroso, se non la conferma di quanto sostengo da mesi».

Possono esserci nuovi complici?
«Alcuni giornali hanno fatto da buca delle lettere di alcuni informatori. Ci sono modi e mondi di fare le inchieste. Un conto è seguire una pista, consumarsi le suole delle scarpe, come fece Chiocchi fece quando realizzò la famosa inchiesta su Montecarlo. Altro è ricevere carte, più o meno attendibili. Questo contestiamo, al quotidiano “Il Domani” a quel Trocchia di cui, negli ultimi giorni, si parla spesso in tv. In tal senso, lo ritengo molto fortunato. Non a tutti capita di avere, nello stesso giorno, la notizia di un’indagine che ti riguarda e contemporaneamente la richiesta di archiviazione».


Il presidente dell’Anm Santalucia, intanto, continua a parlare di attacco alla magistratura...
«Quando sento parlare di Santalucia penso a due cose: alla marca di mozzarelle e alla santa. Terzium non datur».