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Fratoianni, Bonelli e Conte sentono puzza di bruciato: caos a sinistra

Tommaso Manni
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L’operazione di riavvicinamento di Renzi a sinistra ha messo in allarme gli alleati di Schlein. Il fronte già traballava prima dell’estate, tant’è che ci fu un incontro in Transatlantico fra Conte, Schlein, Bonelli e Fratoianni per fare il punto sul campo largo. Ora però che Matteo ha accelerato il passo i timori di grillini e rossoverdi iniziano a diventare dei veri e propri spettri. Anche perché Schlein dopo l’iniziale virata tutta a sinistra, appena eletta segretaria, ora sembra più preoccupata di cercare un centro. Tra l’altro sul fronte interno sia nel Movimento 5 Stelle che nell’Alleanza Verdi e Sinistra Italiana non tira una buona aria.

 

 

Nei grillini si è aperta una falla fra gli ortodossi, che vorrebbero riportare il Movimento alle sue origini, e i contiani che invece promuovono una mutazione da Movimento a partito con il superamento, ad esempio, della regola dei due mandati. Tutti nodi che arriveranno al pettine a ottobre quando ci sarà l’assemblea costituente. Mentre in Avs si respira aria di scissione. I segnali sono tanti, il primo riguarda i circoli. Dopo l’exploit delle Europee dai territori sono arrivate le richieste per aprire i circoli ma da Roma è arrivato il niet. «O aprite circoli dei Verdi o aprite i circoli di Sinistra Italiana, non aprite circoli di Avs». Giusto per non perdere il vizio della scissione proprio quando le cose sembrano andare per il verso giusto. Sempre in casa Bonelli & Fratoianni c’è il caso Marino. Il marziano, appena sbarcato all’Europarlamento, prima ha preferito aderire al gruppo Green evitando di andare in quello di The Left. Poi ha iniziato a tirare bordate all’amministrazione Gualtieri mettendo in imbarazzo gli alleati di Avs in Campidoglio. C’è chi dietro questo attivismo di Marino intravede la possibilità di un suo inserimento nella corsa delle amministrative 2026 magari alla guida di una lista dei Verdi.

 

 

Come detto ora a tutti questi nodi si aggiunge anche il caso Renzi che rischia di creare un correntone dentro il Nazareno e spostare l’asse dem da sinistra verso il centrosinistra. E se la manovra riuscisse sarà interessante vedere come reagiranno gli altri protagonisti del campo largo. Conte ormai ha finito la voce a forza di ripetere che Renzi non lo vuole. Fratoianni e Bonelli idem. Anche per questo l’idea di Schlein è quella di far entrare Italia viva nella coalizione che si presenterà in Liguria (con Orlando candidato?) alla chetichella. Il progetto di Elly, come abbiamo raccontato sul nostro giornale, è quello di non far comparire il logo di Iv e al contempo far uscire l’assessore renziano Mauro Avvenente dalla giunta di Bucci. Tutto molto bello a parole poi bisognerà vedere cosa ne verrà fuori. Nel frattempo Renzi continua a inviare messaggi ai «possibili» alleati per rassicurarli. A Conte, durante la festa dell’Unità a Pesaro, ha rivolto un invito: «Scordiamoci il passato». La carta del leader di Iv per mettere tutti insieme non è molto originale. «Ci auguriamo che tutto il campolargo sia dalla parte dei progressisti contro i sovranisti». La ricetta sempreverde a sinistra: quando non riesci a trovare la sintesi fra posizioni troppo diverse individua il nemico comune (in questo caso Meloni) sperando che basti da collante.

 

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