stop ai migranti

Migranti, la Germania copia Meloni: stretta di Scholz sugli irregolari

Francesca Musacchio

Arriva la stretta di Olaf Scholz per fermare in modo drastico l’immigrazione irregolare dopo l’attentato di Solingen, dove un 26enne siriano simpatizzante dell’Isis ha ucciso tre persone. Controlli alle frontiere e legge sulle armi. Cresce l’allerta anche in Italia dopo gli attentati avvenuti in Germania, Francia ed in ultimo a Londra, durante la festa del carnevale di Notting Hill, dove almeno otto civili e 35 agenti sono rimasti feriti tra accoltellamenti e incidenti, ma i cui contorni sarebbero ancora poco chiari. Ma l’allarme antisemitismo, soprattutto, é al centro delle politiche di sicurezza con il monitoraggio degli obiettivi sensibili che dallo scoppio del conflitto a Gaza è ai massimi livelli. Rimane il rischio lupi solitari e quello legato all’immigrazione clandestina, soprattutto sulla rotta del Mediterraneo, che continua ad interessare le nostre coste. La possibilità che tra le centinaia di persone che sbarcano dai gommoni possano annidarsi soggetti a rischio, rimane alta.

 

  

 

E mentre la Germania annuncia una stretta proprio su immigrazione e rimpatri dopo l’attentato a Solingen, commesso da un siriano che doveva essere espulso, sulla nave Ong Geo Barents, attraccata al porto di Salerno con a bordo 191 migranti, è stato individuato un tunisino già espulso dal nostro Paese. Imad Hfaid, di 31 anni, è stato arrestato per aver violato il divieto di ingresso nel territorio italiano. Al momento del fermo è stato trovato in possesso di una borsa contente oggetti personali, quali telefono cellulare, abiti, contanti e carte di credito, ben protetti per tenerli all’asciutto. L'arresto è stato convalidato e il 31enne verrà condotto nel Centro per i rimpatri di Bari. Ma l’allerta rimane alta in tutta Europa, soprattutto in quei paesi come la Francia, duramente colpita negli anni dal terrorismo di matrice islamista, che si ritrova al suo interno soggetti a rischio (ad esempio contrassegnati dalla ‘Fiche S’ che indica persone considerate una minaccia per la sicurezza nazionale), e che non possono essere espulsi perché cittadini francesi a tutti gli effetti grazie allo ius soli. Le intelligence europee, dunque, sono in allerta proprio per il rischio rappresentato dai lupi solitari. In Francia, la scorsa settimana, davanti alla sinagoga La Grande-Motte, nei pressi di Montpellier, un algerino di 33 anni ha incendiato due auto. Solo l’assenza di fedeli ha evitato una strage. La recrudescenza dell’antisemitismo preoccupa anche l’Italia, dove il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, già nei mesi scorsi ha lanciato l’allarme sul rischio rappresentato dai lupi solitari. Soggetti difficili da individuare che si muovono in autonomia all’interno del territorio nazionale infarciti di ideologia jihadista.

 

 

Sul tema, l’intelligence nei mesi scorsi ha chiarito: “Riguardo alla propaganda istigatoria, Daesh e AQ hanno proseguito a formulare, perlopiù attraverso canali e piattaforme digitali, esortazioni a colpire l’Occidente e i suoi simboli. Rilevante, al riguardo - si legge - è apparsa l’evoluzione delle attività svolte dalle case mediatiche delle organizzazioni jihadiste, in particolare quelle riferibili a Daesh. Le risorse specializzate, un tempo dedicate alla produzione e pubblicazione di riviste e periodici, sono state sempre più utilizzate per confezionare prodotti ‘su misura’, destinati ad aspiranti lupi solitari, spesso giovanissimi, cresciuti e radicalizzatisi in Europa, nell’intento di innescare la loro transizione dalla dimensione virtuale a quella reale”. Un fenomeno che riguarda da vicino anche il nostro Paese rispetto al quale i servizi segreti spiegano che “l’Italia si è confermata potenziale bersaglio per la sua centralità nel mondo cristiano, il suo impegno nella Coalizione anti-Daesh e la presenza di luoghi simbolo della storia occidentale come il Colosseo che continua a essere considerato, dalla retorica d’area, obiettivo di conquista privilegiato nel cuore dell’Europa ‘miscredente’”. E poi ci sono i foreign fighters, quelli che sono partiti dall’Italia per andare a combattere al fianco dell’Isis in Siria e Iraq. Alcuni di questi sono rientrati. Nel 2023, secondo i nostri 007, sono arrivati a 149 quelli inclusi nella “lista consolidata” redatta dal Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo, in quanto a vario titolo connessi con l’Italia.